Capolavoro Spalletti, un derby da… non giocare! Milan copiato e limitato: l’Inter ‘cuore e grinta’ scaccia la crisi

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L’Inter vince il Derby della Madonnina 2-3: buon primo tempo dei nerazzurri che ‘imitano’ la strategia usata dal Milan contro le big, poi resistono alla rimonta rossonera nella ripresa

Tanta attesa per il Derby di Milano, una partita che spesso vale l’intera stagione, fra due squadre distanti un solo punto in classifica e alla ricerca di punti importanti per la corsa ad un posto in Champions League. Tensione alle stelle, la voglia di sentire solo il fischio iniziale e scrollarsi di dosso ansie e paure, per poi scoprire che questo è stato un Derby da… non giocare!

Spada/LaPresse

L’Inter trionfa 2-3, giocando una partita tatticamente brutta (come quella del Milan del resto), che vive di fiammate legate a giocate dei singoli, grinta e tensione dovuta agli episodi (Var grande protagonista). Capolavoro tattico di Luciano Spalletti che mette la sua squadra nelle condizioni perfette di fare ciò che le riesce meglio: difesa e contropiede. Parola d’ordine: non far giocare il Milan. Nel primo tempo i rossoneri partono forte fin dai primi minuti, senza però riuscire a costruire nulla. Schermati i palleggiatori principali, con una particolare attenzione a Paquetà sostituito a cavallo fra i due tempi, per la prima volta da quand’è in Italia completamente fuori dalla partita. Tagliato ogni possibile via di rifornimento per Piatek, un fantasma isolato in attacco, mentre Suso contribuisce al piano interista con l’ennesima giornata no.

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Inter che trova il gol di Vecino nei minuti iniziali e va a nozze in questa situazione. Due linee compatte ad occupare bene il campo, pressing alto soprattutto nei minuti iniziali, buona fase difensiva e contropiede. La tattica utilizzata dal Milan contro le big. Rossoneri che nascono come una squadra abile nel costruire l’azione, partire da dientro e impostare un’azione ragionata, ma che contro Juventus, Napoli, Roma e Atalanta hanno lasciato il pallino del gioco agli avversari, difendendo con grinta, per poi colpirli in contropiede. Strategia che ha spesso pagato. Quest’oggi con un’Inter che, un po’ per tattica, un po’ per natura, tende a non avere il completo controllo del gioco, il Milan si è ritrovato in difficoltà.

Spada/LaPresse

Rossoneri che vanno in difficoltà in un derby che vive di episodi: l’Inter raddoppia con De Vrij; Bakayoko accorcia le distanze di testa; poi un rigore dubbio (confermato dal Var) procurato da Politano e segnato da Martinez sembra chiudere i conti. Proprio quando l’Inter dovrebbe addormentare la partita, o quantomeno cercare il colpo del ko, vengono fuori i limiti dei nerazzurri che, complice una panchina corta e la stanchezza generale, non riescono a far altro che resistere, soffrendo un Milan arrembante che tiene in campo contemporaneamente Piatek, Cutrone, Suso, Castillejo e Calhanoglu. Il gol di Musacchio accorcia le distanze, la gamba di D’Ambrosio sul tiro di Cutrone allo scadere salva il risultato.

Massimo Paolone/LaPresse

Un’Inter tutta cuore e grinta vince il suo secondo derby stagionale, non accadeva dal 2011-2012, dimostra di poter fare a meno di Icardi, scaccia le critiche dell’eliminazione dall’Europa League e si rilancia al terzo posto in campionato. Il Milan paga un’atteggiamento troppo timido nel primo tempo e la difficoltà nel costruire bene un’azione senza iniziare il palleggio da dietro e l’estro di Suso e Calhanoglu sulla trequarti. Il derby è una partita a sè: quella che l’Inter vince scegliendo di ‘non giocare’ e il Milan perde provando, ma non riuscendo a giocare come sa.

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