Anche gli automobilisti e i colossi dell’automotive dovrebbero seguire l’esempio di Greta agendo immediatamente per un mondo migliore
Venerdì 15 marzo si svolgerà il “Global Strike for Future”, lo sciopero per fermare il cambiamento climatico voluto fortemente da Greta Thunberg, giovane attivista svedese capace di smuovere le coscienze di Governi e gente comune che grazie a lei e ai suoi interventi hanno iniziato a prendere più a cuore i problemi derivati dall’inquinamento.
Ricordiamo che la protesta di Greta era iniziata lo scorso agosto, quando la giovane svedese protestava ogni venerdì mattina davanti il parlamento del suo Paese con un cartello con sopra scritto “sciopero scolastico per il clima”. Questo tipo di protesta assolutamente pacifica è diventata immediatamente virale sui social ed è stata accompagnata dall’ hashtag #fridayforfuture.
La popolarità della ragazza è diventata tale che la giovanissima donna è stata addirittura invitata dalle Nazioni Unite per intervenire alla conferenza sul Clima di Katowice (COP24) che si è svolta a Davos, inoltre è stata addirittura candidata al Nobel per la Pace.
L’ “Eco-pensiero” di Greta è tanto semplice, quanto disarmante: se l’uomo continua di questo passo, avvelenando la terra, i mari e l’aria, l’ambiente che ci circonda arriverà ad un punto di non ritorno. Per questo motivo, tutti dobbiamo intervenire e fare qualcosa per salvaguardare l’ambiente, partendo dalle piccole cose. Questa teoria così semplice e veritiera deve essere applicata anche al settore automotive, considerando che il parco auto circolante diventa sempre più obsoleto ed inquinante.
Per questo motivo, il comparto automobilistico e dei trasporti deve seguire l’esempio di Greta investendo su infrastrutture ed incentivi che stimolino la diffusione di automobili elettriche o alimentata con combustibili alternativi. L’intero settore dei motori ha bisogno di una vera e propria scossa che metta in modo un meccanismo virtuoso in grado di rendere conveniente l’acquisto e l’uso di veicoli a zero emissioni e per raggiungere questo ambizioso obiettivo dobbiamo sentire il dovere di partecipare attivamente.
Quindi ben vengano le aeree metropolitane con restrizioni al traffico, nonostante portino all’automobilista medio più di un disagio. Allo stesso tempo però, come accennato in precedenza, le istituzioni devono apportare nuove e più incisive iniziative per la diffusione di una mobilità ecosostenibile che passa anche dai veicoli condivisi e potrebbero perché no interessare anche le automobili usate a basse emissioni, ravvivando nello stesso tempo un altro comparto – come quello dell’usato – che ultimamente vive di alti e bassi.