Auto diesel: un errore enorme usarla come capro espiatorio della lotta all’inquinamento

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Il calo delle vendite dei veicoli diesel sta alimentando ulteriormente il gap rispetto agli obiettivi di riduzione di CO2

Negli ultimi anni, le auto diesel sono state demonizzate e accusate di essere la causa principale dell’inquinamento delle nostre città. Questo “J’accuse” verso il gasolio sta avendo conseguenze decisamente nefaste per il mercato automotive, come sottolineato nel corso del FORUMAutoMotive, il movimento di opinione promosso dal giornalista Pierluigi Bonora, che si è riunito in occasione di uno specifico evento organizzato a Milano.

Nel corso dell’incontro, Dario Duse, Managing Director di AlixPartners, la società globale di consulenza aziendale, ha presentato l’analisi dal titolo “Tradizione vs Innovazione: lo scontro sui carburanti”. Dall’analisi è emerso come anche in Italia la quota di mercato delle motorizzazioni diesel sia calata in modo sensibile, particolarmente nei primi mesi del 2019, prevalentemente a vantaggio dei motori a benzina. Nel futuro ibridi plug-in e veicoli elettrici potranno rappresentare una valida alternativa, ma oggi hanno ancora una quota marginale sul mercato italiano.

Il calo delle vendite dei veicoli diesel comporta un ulteriore aumento del gap rispetto agli obiettivi di riduzione di CO2: questi saranno ancora più difficili da raggiungere per i produttori di auto, dal momento che i motori diesel (strutturalmente più efficienti dei benzina) emettono meno CO2 a parità di caratteristiche. Il calo del Diesel che è avvenuto a livello europeo, unito alla ancora limitata quota di vetture elettrificate (ibride plug-in ed elettriche) e al continuo spostamento del mix verso veicoli con maggiore massa e resistenza aerodinamica, ha già mostrato i suoi effetti: sia nel 2017 che – in misura ancora maggiore – nel 2018 le emissioni medie delle flotte europee hanno registrato un livello di CO2 medio in aumento rispetto all’anno precedente. Dall’attuale media di 119 g di CO2 per chilometro, la media dovrebbe scendere entro il 2021 a 95 g di CO2 per chilometro.

Secondo AlixPartners, entro il 2025 BEV e PHEV saranno almeno il 20% delle vendite EU. Nonostante infatti il costo unitario di un veicolo elettrico e plug-in sia ancora di gran lunga maggiore rispetto ad altre tecnologie disponibili (48V e ibridizzazione “leggera”), i veicoli elettrici e ibridi plug-in rappresentano l’alternativa complessivamente più economica per ridurre le emissioni medie della flotta.

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