Il direttore tecnico della Nazionale Italiana di atletica ha fatto un bilancio degli Europei di Glasgow, soffermandosi sulla prestazione di Tamberi
Negli occhi c’è ancora la gioia delle staffettiste azzurre per il bronzo nella 4×400. Il direttore tecnico Antonio La Torre, il giorno dopo, traccia il bilancio della spedizione italiana agli Europei indoor di Glasgow, illuminati dall’oro stupendo di Gianmarco Tamberi nell’alto con 2,32 e terminati con il terzo posto della staffetta. “È stata una conclusione bella, cercata, voluta – le parole del dt La Torre – le ragazze della 4×400 sono state tutte straordinarie, si sono superate e hanno vinto un bronzo che ci fa ben sperare in proiezione Mondiali di staffette di Yokohama. E sull’impresa di Tamberi, che dire: Gimbo è un personaggio ritrovato non solo per l’atletica italiana ed europea, ma per quella mondiale. È riuscito a ricostruire un talento infinito grazie al grande lavoro fatto insieme al padre-coach Marco. Ha una capacità di interpretare i contesti agonistici che è davvero unica”.
La riflessione si allarga alla performance complessiva degli azzurri: “credo ci siano state delle prestazioni eccellenti. Vorrei sottolineare la tre giorni di Raphaela Lukudo, un’atleta che esce da questo Europeo con un’altra dimensione. E come non ricordare un ritrovato Claudio Stecchi: è entrato in una dimensione internazionale che va dai 5,80 in su. Tra le altre note positive sicuramente Tania Vicenzino in finale nel lungo. Peccato per l’infortunio di Simone Forte e per quei due millesimi che hanno separato Lorenzo Perini dalla finale dei 60hs. Non possiamo nasconderci, però, che alcune prestazioni sono mancate – aggiunge La Torre – Dovremo capire il perché, ragionare su cos’è successo e cosa fare. Prima fra tutte quella di Marcell Jacobs: da lui ci aspettavamo qualcosa, ma non bisogna passare da un estremo all’altro nelle valutazioni, bisogna riflettere. Come anche su Alessia Trost ed Elena Vallortigara, al di sotto delle aspettative: il contesto competitivo espresso ieri in pedana poteva farci sperare in qualcosa di buono nella finale”.
Glasgow alle spalle, davanti c’è il doppio appuntamento all’aperto delle World Relays di Yokohama (11-12 maggio) e dei Mondiali di Doha (27 settembre-6 ottobre): “Il Giappone sarà un passaggio chiave – sottolinea il dt La Torre – La positività della prestazione della 4×400 ci induce a lavorare con grande compattezza e spero che il messaggio sia arrivato a tutti coloro che faranno parte del team azzurro. E poi i Mondiali di Doha: spostati così in avanti, come logico ci hanno costretto a rivedere le pianificazioni in una stagione così lunga. Dopo Yokohama cominceremo a seguire i percorsi individuali di Filippo Tortu e, per citare un’altra atleta, della stessa Ayo Folorunso protagonista ieri di una meravigliosa seconda frazione che ci ha messo in lotta per la medaglia. Vedremo come saprà convertire negli ostacoli questa velocità acquisita sui 400”.