Lazio, Marco Parolo e la settimana del derby: “qui a Roma cambiano gli occhi delle persone”

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Lazio, Marco Parolo sa bene quanto conti vincere il derby contro la Roma, sabato sera sarà spettacolo allo stadio Olimpico

Nella settimana del derby a Roma cambiano gli occhi delle persone. Si trasformano, diventano adrenalinici, qualcosa di molto intenso e quando poi vieni a vivere qui, in qualche modo lo fai tuo“. Sono le parole del centrocampista della Lazio, Marco Parolo a Dazn in vista del derby, Lazio-Roma di sabato sera. “Le tre parole del Derby? Energia, perché è una partita che ti prosciuga, se fossi un tifoso a fine derby avrei bisogno di tre giorni di riposo. Derby di Roma, perché non puoi capire la città se non vivi almeno un derby e poi speranza, quella di vincere ovviamente“, ha aggiunto il giocatore biancoceleste, secondo il quale Roma è una città poco paziente.

Lazio vs Milan
Alfredo Falcone/LaPresse

E’ giusto che la gente critichi, fa parte del nostro mondo, ma tu devi saper tenere un tuo equilibrio. Ricordo il primo anno di Pioli, contro la Samp in casa durante il riscaldamento avevo sentito qualche fischio per dei tiri fuori, poi in partita ho segnato e a fine stagione sono arrivato a 10 gol. Sono momenti in cui devi saper tirare fuori qualcosa in più”. “I compagni di Nazionale romanisti? Nella settimana del Derby non si sente nessuno. Ci si saluta a fine partita, poi succede sempre che chi vince va a salutare quello che perde, che chiaramente non ha voglia di salutarlo“, ha proseguito Parolo che sullo scambio di maglia, ha spiegato: “Io sono un po’ reticente a farlo in campo. Preferisco farlo negli spogliatoi, sotto la curva preferisco andare con la maglia della Lazio“. Infine sul mental coach per preparare certe partite, Parolo ha aggiunto: “Non ho mai pensato di usare una figura del genere. Ho fatto un mio percorso, ho vissuto alti e bassi e ho avuto la forza di capire i miei errori e il perché li abbia fatti. Alla fine devi fare delle grosse analisi su te stesso, confrontandoti con allenatori e giocatori più esperti, perché poi in campo devi rispondere tu delle tue azioni, non puoi appoggiarti a una figura esterna“. (Spr/AdnKronos)

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