Dopo circa due anni e mezzo di sospensione, l’Ipc ha deciso di riammettere il Comitato paralimpico russo
Il Comitato internazionale paralimpico reintegra la Russia. Dopo circa due anni e mezzo di sospensione, decisa nell’agosto 2016 dopo lo scandalo doping, l’Ipc ha deciso di riammettere il Comitato paralimpico russo, che dovrà però rispettare una serie di “condizioni rigorose” per non incorrere in un nuovo stop. La decisione spiana la strada alla partecipazione degli atleti russi alle Paralimpiadi estive di Tokyo 2020 e a quelle invernali di Pechino 2022.
La sospensione sarà ufficialmente tolta entro il 15 marzo 2019. Secondo l’Ipc la Russia “ha soddisfatto 69 dei 70 criteri di reintegrazione originariamente delineati nel novembre 2016“, con l’unico neo di non avere fornito una risposta ufficiale e chiara alle spinose questioni sollevate dal rapporto McLaren sullo scandalo del doping di stato. “Ventinove mesi dopo la ferma convinzione del board dell’Ipc è che mantenere tale sospensione non sia più necessario né proporzionato alla situazione“, dice il presidente dell’Ipc Andrew Parsons, sottolineando che le misure adottate dalla Russia “danno la fiducia in un’organizzazione molto diversa da quella precedente a Rio 2016. Gli atleti paralimpici russi sono e continueranno ad essere i più controllati del movimento paralimpico“, precisa il numero uno del Comitato internazionale paralimpico, secondo il quale “sotto la supervisione della Wada, la Rusada (l’agenzia antidoping russa, ndr) è stata effettivamente ricostruita da zero. Alla luce di questi fattori – conclude – non sembra giusto mantenere la sospensione sulla base del continuo rifiuto da parte della Russia di non accettare il rapporto McLaren“.
L’Ipc ora pubblicherà una serie di ulteriori requisiti che dovranno essere rispettati dalla Russia dopo la sua reintegrazione. Dovrà essere garantita agli organismi internazionali la possibilità di svolgere attività antidoping in Russia senza interferenze esterne. Fino al 31 dicembre 2022, inoltre, gli atleti paralimpici russi potranno partecipare alle competizioni internazionali, Olimpiadi comprese, solo se avranno superato i controlli e soddisfatto i requisiti richiesti. La Russia dovrà poi fornire relazioni sui progressi fatti ogni sei mesi per almeno i prossimi tre anni. “Se in qualsiasi momento alcuni di questi criteri non saranno rispettati – avverte Parsons – l’Ipc potrà revocare immediatamente tale reintegrazione condizionale nei termini che riterrà più opportuni“. (Spr/AdnKronos)