Doping, la WADA grazia la Russia: niente sanzioni per la ritardata consegna dei dati del laboratorio di Mosca

SportFair

Nonostante l’assenza di ulteriori interventi, la WADA ha fatto sapere che inasprirà le sanzioni nel caso scopra che i dati risultino manomessi

Nessuna nuova sanzione alla Russia, ma la minaccia delle “più severe sanzioni” se i dati recuperati dal laboratorio antidoping di Mosca risultino manomessi. E’ questa la posizione espressa dall’Esecutivo della Wada dopo il ritardo con cui la Russia ha consentito alla stessa agenzia mondiale antidoping l’accesso ai dati del suo laboratorio rispetto alla deadline fissata al 31 dicembre scorso.

LaPresse/PA

L’agenzia antidoping russa (Rusada) era stata bandita nel 2015 a causa dello scandalo del doping di Stato. La riammissione era stata decisa a settembre, ma i patti prevedevano la consegna dei dati di laboratorio entro la fine dell’anno. Il via libera è invece arrivato con un paio di settimane di ritardo ma oggi l’Esecutivo della Wada, recependo il parere espresso dal comitato di revisione della conformità, ha deciso di non sospendere nuovamente il laboratorio di Mosca. “La raccolta dei dati più importanti è un passaggio fondamentale e non è stato facile da raggiungere. Non siamo ancora al traguardo e c’è ancora molto da fare, ma innegabilmente siamo molto più avanti di quanto saremmo stati senza la decisione dello scorso settembre dell’Esecutivo“, ha evidenziato il presidente della Wada, Craig Reedie. “Ora stiamo procedendo alla seconda fase di quella decisione, autenticando cioè i dati recuperati dall’ex laboratorio di Mosca per poterli utilizzare al fine di incastrare gli atleti che hanno imbrogliato e scagionare gli altri“. Il presidente del Comitato di revisione, Jonathan Taylor, ha tuttavia avvertito che “se tale revisione dovesse confermare la manomissione dei dati” l’organismo da lui guidato “chiederebbe alla Wada di prendere le sanzioni più severe“. (Spr/AdnKronos)

Condividi