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Operazione Andy Murray, parla lo specialista italiano Alessandro Calistri: “scelta giusta, ecco cosa c’è da sapere”

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Alessandro Calistri, specialista in ortopedia e traumatologia dell’Anca Clinic di Roma, ha espresso il suo favorevole giudizio sulla decisione di Andy Murray di operarsi all’anca

La scelta del tennista Andy Murray, che ha deciso di sottoporsi a un nuovo intervento chirurgico questa volta per l’inserimento di una protesi all’anca metallo-metallo, “è arrivata in ritardo, ma è la migliore che potesse prendere e possiamo essere ottimisti sul suo ritorno in campo“. Lo spiega all’Adnkronos Salute Alessandro Calistri, specialista in ortopedia e traumatologia dell’Anca Clinic di Roma, pioniere in Italia delle protesi all’anca metallo-metallo. “Nel nostro Paese siamo nell’ordine dei 1.500-2.000 impianti di questo tipo l’anno, ma sono pochi i centri specializzati perché ancora ci sono pregiudizi su queste protesi“, prosegue il chirurgo.

Oggi abbiamo i risultati di 20 anni di esperienza sulle protesi metallo-metallo, una tipologia di dispositivi che ha subito molte critiche per quello che è accaduto alcuni anni fa con un produttore. Il problema è stato superato grazie a 4 tipologie oggi in commercio, sicure e più adatte a pazienti giovani e sportivi -aggiunge Calistri-. I dati della letteratura internazionale dimostrato che nei pazienti sotto i 55 anni le protesi metallo-metallo sono più performanti e hanno una durata ultraventennale rispetto a quelle convenzionali e permettono un recupero più veloce. Una ricerca internazionale su 11 mila pazienti ha stabilito che le protesi metallo-metallo hanno una sopravvivenza (ovvero la stabilità dell’impianto) del 93% dopo oltre vent’anni dall’operazione“.

Mi meraviglio -osserva il chirurgo- che un campione del tennis come Andy Murray non abbia scelto prima questa opzione e sono sicuro che tornerà di nuovo in campo. Ho operato campioni di karate e di triathlon che sono tornati a competere“. Dopo le lacrime agli Australian Open con l’annuncio di una possibile chiusura della carriera dopo Wimbledon, Andy Murray ha deciso di sottoporsi a Londra ad un nuovo intervento chirurgico -come ha spiegato in un post sui social con la foto dal letto di ospedale-. L’ex numero 1 del mondo da due anni soffre di forti dolori all’anca che ne hanno condizionato le prestazioni.

Spesso il paziente-atleta, quando ha un problema all’anca, “non vuole sentire parlare di protesi e sceglie l’atroscopia dell’anca, come ha fatto il tennista scozzese, ma il guaio è che se il problema si manifesta in un’età giovane può essere corretto prevalentemente per via chirurgica -ricorda l’esperto-. Nel caso di Murray c’era una coxartrosi e l’intervento con protesi andava sicuramente fatto prima. Ho operato tanti pazienti tennisti, non di altissimi livelli come il campione scozzese ma di livello medio, e sono tornati a giocare come prima“.

Quali sono le novità nel campo delle protesi all’anca che potrebbero arrivare a breve? “Gli impianti in ceramica che potrebbero fare il loro debutto nel 2019 -risponde Calistri- Andranno testati ma ci sono dei notevoli passi avanti, eliminare il metallo permette di escludere possibili allergie al nichel ed inoltre di abbassare il rischio di infezioni batteriche nel sito“. (Frm/AdnKronos)

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