LeBron James racconta un particolare retroscena in merito al suo primo incontro con Michael Jordan: la stella dei Lakers paragone MJ a Dio
Da quando LeBron James ha messo piede per la prima volta su un parquet NBA ha dovuto fare i conti con un paragone pesante: quello di avere il talento necessario per essere messo a confronto con Michael Jordan. Un confronto non di certo facile per un ragazzino che la prima volta che vide Michael Jordan dal vivo gli sembrò come vedere… Dio! Lo rivela lo stesso LeBron James ad ESPN: “divino. L’ho detto più e più volte prima d’ora, ma fu come incontrare Dio per la prima volta. Così mi sentii, da ragazzo sedicenne, al primo incontro con MJ. Ogni qualvolta vengo anche solo menzionato accanto ai grandi di questo gioco, a chi è venuto prima di me e ha preparato il terreno (…), è sempre un bagno d’umiltà e qualcosa di gratificante per la mia città, (…) dove le aspirazioni e le risorse sono assai limitate, come tutto il resto. Essere in questa posizione oggi è per me una benedizione. MJ ha reso il gioco globale, ha invogliato persone da tutto il mondo, spingendole a guardare la pallacanestro per come giocava, per chi era, e per il suo essere commerciale. Ha un po’ oltrepassato quell’epoca. (…) Avevamo bisogno di Larry Bird e Magic Johnson al loro ingresso nella lega, (…) uno ai Lakers e l’altro ai Celtics, e di tutte le battaglie cui hanno dato vita. Poi nel 1984 è stato il turno di MJ. (…) Ovviamente le Olimpiadi di Barcellona 1992 e la cavalcata di quel Dream Team hanno reso più solido il suo status di miglior atleta al mondo. Lui e David Stern hanno trasformato la NBA in ciò che è oggi e io e Adam Silver stiamo cercando di dare un seguito a tutto ciò”.