Il commissario tecnico della Nazionale italiana ha parlato dell’anno che verrà, soffermandosi su Aru e Nibali
Una stagione che si chiude, un’altra pronta ad aprirsi con tanti sogni da inseguire e provare a realizzare. Il ciclismo italiano ha voglia di vivere nuove giornate indimenticabili, dando l’assalto con i propri corridori a quelle corse che separano i campioni dalle leggende.
Il ct Cassani crede eccome nei suoi ragazzi, come ha sottolineato alla Gazzetta dello Sport in occasione della pedalata di fine anno organizzata dal Bike Passion di Faenza: “per il 2019 vorrei che un italiano vincesse una classica di primavera, poi vorrei rivincere il Giro. Vorrei vincere il Mondiale. Vorrei vedere sbocciare qualche giovane. Vorrei rivedere Aru competitivo e Nibali con meno sfortuna. Viviani è pronto per vincere Sanremo e Gand. Moscon, Trentin e Colbrelli, tra Fiandre e Roubaix, possono fare grandi cose. Gianni, che ribadisco ha patito una squalifica ingiusta ma che ora è fortissimo, è più adatto per la Roubaix, gli altri due per il Fiandre. Anche per la Liegi non siamo messi male. Ulissi non è mica vecchio, Formolo l’ha corsa due volte e due volte è andato molto bene. Davide deve imparare ad avere sangue freddo, a sapere gestire la corsa. Ma le doti le ha, eccome. Poi, non dimentichiamoci, abbiamo la carta Nibali. Poi c’è un corridore che m’incuriosisce molto: Ballerini. Credo che con il passaggio all’Astana possa fare il salto di qualità“.
La situazione di Aru ha spiazzato Cassani, come ha sottolineato lo stesso ct: “non ho ben capito cosa gli sia successo, sono sincero. Credo che sia stata una serie di fattori a portarlo nella situazione in cui lo abbiamo visto. Ma un corridore come lui non diventa un brocco, può tornare ai livelli che abbiamo visto. Deve capire lui dove può avare sbagliato, poi è in una squadra all’altezza e che non punta solo su di lui. Gaviria, vincendo a inizio stagione, gli potrebbe togliere stress. Credo che Aru possa vincere il Giro, anche se la crono sono lunghe. Importante è che torni ad andare forte, poi si può vincere o meno“.