Fabio Fognini e Marco Cecchinato a braccetto nella top 20, un risultato senz’altro da sottolineare, con la speranza che i due facciano da traino ai futuri talenti
Il “povero” tennis italiano, sta avendo un sussulto. Una reazione di pancia, che non vuol certo dire che ben presto avremo il nuovo Federer, ma è già un inizio. Fabio Fognini e Marco Cecchinato nella prossima settimana stazioneranno a braccetto nella Top 20 del seeding ATP, evento che non accadeva dal lontano 1979 quando Corrado Barazzutti era n° 16 e Adriano Panatta n° 19. Si tratta di un grande traguardo o ci stiamo accontentando delle briciole? Di certo, vista la penuria degli ultimi 30 anni, si tratta di un record, di un grande risultato per i nostri due tennisti che vanno certamente applauditi ed esaltati. Questo però non può certo essere un traguardo per il nostro movimento, Fognini e Cecchinato devono essere “usati” per fare da traino alle nuove leve che si stanno affacciando al professionismo. Difficile che i due migliorino di molto la propria posizione nella prossima stagione, il classe ’87 Fognini avrà molti punti da difendere e senza exploit di spessore negli Slam sarà impossibile entrare in top 10.
Idem Cecchinato, il quale dovrà difendere la semifinale al Roland Garros. La Federazione sta lavorando dal punto di vista tecnico e strutturale, i tennisti sopracitati stanno creando interesse attorno al mondo tennistico, poi c’è una discriminante sulla quale è complesso operare. Si tratta di quella “naturale”, del talento innato, quello che non si insegna nè si può comprare. Chissà se nei prossimi anni l’Italia avrà un top 10 capace di stazionare nei piani alti per diverse stagioni. Qualora arriverà questo momento, parte del merito va dato anche a Fognini e Cecchinato, capaci di riaccendere una fiammella che nei primi anni 2000 sembrava essersi spenta.