Thibaut Pinot e la vittoria a Il Lombardia: le parole del francese della Fdj dopo il successo alla Classica delle Foglie Morte
Strepitosa vittoria di Thibaut Pinot, ieri a Il Lombardia. Il francese della Fdj è riuscito a battere un eroico Vincenzo Nibali, che ha cercato con tutte le sue forze di lottare fino alla fine per la vittoria, e confermarsi dunque campione della Classica delle Foglie Morte, dovendosi però poi accontentare del secondo post.
Ottima prestazione di Pinot, che dopo la vittoria alla Milano-Torino, è riuscito anche a conquistare la prestigiosa vittoria di ieri, per lui la più bella: “perché questo successo vuol dire tante cose. Da solo giustifica una vita in bici. E’ il massimo che potessi desiderare da corridore. Se avessi potuto vincere una corsa sola in tutta la mia vita, avrei scelto questa. Qui mi sento in armonia con la bici, con il percorso, con tutto. Questa è una corsa che sento particolarmente perché non è noiosa, il percorso è magnifico. Mi fa impazzire“, ha raccontato alla ‘rosea’ al termine della corsa.
Il francese ha poi dedicato qualche parola al suo avversario, secondo classificato, Vincenzo Nibali: “non so se avrei avuto il coraggio di fare l’azione che ha fatto lui sul Sormano. Attaccare così da lontano è vero, era rischioso, però a quel punto non c’era altra scelta. Ed era anche l’azione che avrei voluto. Quando ho visto partire Vincenzo ho pensato: “Bingo”. Per me era il massimo. Ho capito che non ce l’avrebbe fatta perchè quando attaccavo, poi mi veniva a fianco. Normalmente, quando uno recupera si mette a ruota. Allora ho pensato che forse stava bluffando. Mi guardava, mi sembrava strano. Quando ho fatto l’ultimo attacco ho capito che la mia intuizione era giusta“.
Infine, Pinot ha raccontato alcuni suoi gesti che non sono di certo passati inosservati: “il primo, un “ok” fatto con indice e pollice, è perché avevo chiesto una borraccia a un massaggiatore della mia squadra e quella che mi hanno dato non era acqua. Il secondo (più eloquente e sempre col braccio destro, ndr) era perché mi ero arrabbiato con l’elicottero che volava troppo basso“.