L’allenatore del Chelsea è tornato a parlare del suo addio al Napoli, svelando alcuni retroscena finora mai venuti a galla
Quattro vittorie in altrettante gare, è cominciata come meglio non potrebbe l’avventura di Maurizio Sarri alla guida del Chelsea. L’allenatore toscano è riuscito a fare subito breccia nel cuore dei blues, mettendo subito in pratica le proprie idee tattiche.
L’addio all’Italia un po’ pesa all’ex Napoli, la nostalgia si avverte ma Sarri prova a scacciarla: “più di tutto il cibo anche se mi sto abituando alla carne e al salmone di qui – le parole di Sarri rilasciate nel corso di un’intervista al Mattino – non ho trovato ancora nessuno che faccia il caffè come il magazziniere del Napoli. La serie A? Ho seguito poco, ma qui è diverso perché è sempre festa. Stadi sempre pieni, tante famiglie e nessuna tensione. Mi capita di firmare autografi ai tifosi della squadra avversaria a bordocampo, prima e dopo il match. Le difficoltà? Conosco meno le squadre che affronto e gli avversari. Poi all’inizio farsi capire non è stato proprio così semplice. Ho studiato inglese trent’anni fa quando lavoravo in banca, poi ho smesso per i successivi ventinove: dunque non è stato facilissimo il primo approccio con il nuovo mondo“.
Il pensiero poi torna al suo Napoli e a quella partita persa contro la Fiorentina, che avrebbe potuto permettere agli azzurri di continuare la corsa scudetto: “sarebbe stato il coronamento di una storia straordinaria, di un sogno mio, della squadra e di tutta la città. Ovvio che mi capita di rivivere qui momenti, in ogni istante. Qualcuno ha fatto ironia sulle mie parole, ma chi ha fatto sport sa che abbiamo perso lo scudetto in albergo. Inter-Juve? Quello che è poi successo il giorno dopo è la conseguenza di quella partita. Napoli merita di vincere lo scudetto, sono contento che sia Carlo ora a fare l’allenatore perché non solo ha vinto ovunque è stato, ma si è fatto voler sempre bene da tutti. Vuol dire che le qualità umane e professionali sono straordinarie. Io ancora non so perché non sono più l’allenatore del Napoli, bisogna chiederlo alla società. Ma ora ho il Chelsea, e sono felice. C’erano dei motivi per cui volevo rimanere al Napoli e c’erano dei motivi per cui avevo delle perplessità. Il contratto che ha voluto il presidente prevedeva una clausola rescissoria con scadenza 31 maggio e invece il 21 maggio hanno fatto il contratto ad Ancelotti. Come l’ho saputo? Ero a cena con Pompilio, il collaboratore di Giuntoli, con cui stavo discutendo proprio se restare o no. Abbiamo acceso la tv e abbiamo visto l’ingresso alla Filmauro di Ancelotti. Cosa ho pensato? Quello che pensavo prima, ma lo tengo per me“.