Us Open nella bufera, anzi, sarebbe meglio dire nel caldo umido newyorkese, tanti ritiri e tennisti spinti sino al limite delle loro forze
Ritiri in serie sui campi, svenimenti sulle tribune e polemiche. Il grande caldo che avvolge New York sta trasformando l’Us Open di tennis in un incubo. Flushing Meadows è un vero e proprio forno con temperature che sfiorano i 40 gradi e picchi di umidità al 50%. A farne le spese sono soprattutto i giocatori: solo nel primo turno maschile si contano già 9 ritiri, la maggior parte dei quali dovuta agli effetti del grande caldo. Se sul web è diventato virale il video del 18enne canadese Auger Aliassime, costretto a gettare la spugna in lacrime per un problema di tachicardia e consolato dall’amico-avversario Denis Shapovalov, a Flushing Meadows hanno fatto rumore anche i ritiri illustri dello spagnolo David Ferrer (nel derby con Rafa Nadal) e del russo Mikhail Youzhny, entrambi all’ultima apparizione in carriera in uno Slam. Gli organizzatori sono corsi ai ripari intorno alle 13 locali implementando la ‘Extreme Heat Policy’ (dieci minuti di stop tra il terzo e quarto set). Una decisione però tardiva di cui non tutti hanno potuto beneficiare. Così è stato per l’italiano Stefano Travaglia, che ha lasciato il campo barcollando dopo aver stretto anzitempo la mano al suo avversario, il 19enne polacco Hubert Hurkacz. “Mi girava la testa, una brutta sensazione -ha raccontato il marchigiano-. Avevo i crampi ed ero disidratato, più tardi dovrò anche fare una flebo. Noi giocatori meritiamo più rispetto, così è folle”.
Il serbo Novak Djokovic, dopo aver superato la crisi grazie anche all’intervento medico, ha provato a sdrammatizzare raccontando di come lui e il suo avversario ungherese Marton Fucsovics si siano ritrovati entrambi nudi in due vasche di ghiaccio uno accanto all’altro durante la pausa. Ma in tanti, compresi ‘Nole’ e il suo avversario, hanno definito pericolose le condizioni in cui si sta giocando l’ultimo Slam stagionale. “E sono stati fortunati che si sia trattato solo di ritiri”, ha rincarato la dose il francese Julien Benneteau dopo avere battuto l’altro azzurro Marco Cecchinato. “Non abbiamo una policy scritta in caso di ondate di caldo come quella di questi giorni, stiamo monitorando la situazione ora dopo ora”, ha spiegato in una conferenza il direttore della comunicazione della Usta (United States Tennis Association), Chris Widmaier. Al momento non è contemplata l’ipotesi di chiudere il tetto all’Arthur Ashe Stadium e al Louis Armstrong Stadium, anche per la mancanza dell’aria condizionata, ma non è escluso che questo possa avvenire nelle ore notturne per cercare di raffreddare i campi. In ogni caso, la speranza degli organizzatori è che siano confermate le previsioni meteo che annunciano l’arrivo della pioggia già per domani. (Aip/AdnKronos)