Al termine del Tour de France, Vincenzo Nibali ha parlato del suo infortunio, spiegando le sue condizioni in vista dei Mondiali di Innsbruck: lo ‘Squalo’ ha poi commentato la questione sicurezza della Grande Boucle
Concluso il Tour de France con la vittoria di Geraint Thomas, gli appassionati di ciclismo italiani non posso che guardare alla Grande Boucle senza sorridere. La causa è la brutta caduta, con tanto di infortunio, che ha costretto Vincenzo Nibali al ritiro.
C’è grande apprensione per le condizioni del ciclista siciliano restano preoccupanti, soprattutto vista l’imminenza della Vuelta e dei prossimi Mondiali di Innsbruck. Intervistato ai microfoni di ‘Processo alla Tappa’, ‘Lo Squalo’ ha fatto luce sulle sue condizioni fisiche, spiegando di aver rischiato grosso a causa dell’incauto soccorso dei tifosi: “come sto? Così così, sono fermo a casa, settimana prossima sarò sottoposto a questo intervento che durerà pochissimo, è un po’ delicato, ma dovrebbe aiutarmi a ritornare un po’ più in fretta a pedalare. Siamo un po’ tutti preoccupati per il Mondiale, perchè i tempi sono molto stretti. Quello che è successo all’Alpe d’Huez… beh si può dire che nella sfortuna sono stato fortunato perchè è una frattura composta. Fosse stata una frattura scomposta, per come sono stato aiutato a risalire in bici, poteva essere molto più grave di quello che è in questo momento. I tempi per guarire da soli sono molti lunghi, l’intervento che dovrò affrontare serve a farmi ritornare già settimana prossima in bici. Fosse stata una frattura scomposta, potevo rischiare di restare proprio fermo, avrei potuto perdere l’uso delle gambe. Questa era la cosa più grave che mi sarebbe potuta capitare”.
Restando sul tema della sicurezza, quello di quest’anno è stato uno dei Tour de France più criticati di sempre. Nibali ha spiegato che una grande organizzazione come quella francese deve consentire ai ciclisti il massimo della protezione: “in tanti anni sono successi sempre un po’ di questi ‘paragrafi’ che abbiamo visto al Tour, ma non tutti concentrati nello stesso anno. Tutta questa concentrazione di fischi, di atti contro il Team Sky, di contadini e tutto il resto, messi tutti in un solo anno al Tour de France hanno fatto sì che ci fosse una selezione non naturale, ma una selezione fatta anche da fattori esterni. Io penso che il Tour de France, una corsa così importante, deve permettersi di rendere il percorso completamente sicuro al 100% da ogni cosa, purtroppo è un evento molto grande che forse nel tempo lo diventerà ancora di più di quello che è, ma è così, tutte le grandi corse a tappe hanno una grande attenzione“.
Protagonisti in negativo i tifosi. Folklore e colore, che da sempre accompagnano il ciclismo, si sono trasformati spesso in episodi di contestazione, in manie di protagonismo e in spiacevoli eventi che, come accaduto sfortunatamente al ciclista italiano, hanno messo a repentaglio la salute dei corridori. Nibali ha commentato così la questione: “cambia il pubblico, cambiano le persone, il modo di pensare, di fare, di muoversi e bisogna stare al passo anche con la tecnologia. Il messaggio che posso dare è comunque quello di cercare di rispettarci, ma io penso che una grande struttura come quella del Tour de France, oppure come il Giro d’Italia o la Vuelta, studiano al massimo i percorsi e sanno come sono svolti nel loro insieme. Si sa quali possono essere le tappe con maggiore e minore affluenza di persone: in base a questo tipo di tappe e di percorsi bisogna mettere in sicurezza tutta la tappa o quale si può ritenere la più importante. Posso fare un esempio: in tante altre occasioni abbiamo visto percorsi che sono stati transennati dall’inizio alla fine, altri invece completamente aperti o delimitati da una cordata umana come abbiamo visto sullo Zoncolan. Quello è un grandissimo esempio, poi dipende anche dal tifoso cercare di comportarsi nel modo giusto. Se abbiamo visto quello che è successo con la vittoria dei Mondiali di calcio in Francia, ci sono stati dei saccheggi anche nei negozi, possiamo pensare quello che può essere il pubblico oggi. Il tifoso vero, quello che ci vuole bene e che conosce e riconosce completamente e tutti quanti i grandi corridori li ammira, li apprezza anche a bordo strada, o quando siamo lì davanti al bus o al riscaldamento con i rulli. Il tifoso casuale è diverso. Noi nel nostro Giro d’Italia abbiamo visto una grandissima affluenza di persone però è totalmente differente, in Sicilia come nelle grandi montagne, dal nord al sud ma con grande rispetto“.
In fine Vincenzo Nibali ha anticipato quello che potrà essere il programma di preparazione ai Mondiali di Innsbruck che, ovviamente, dovrà sacrificare la Vuelta utilizzandola come test per capire le reali condizioni del ciclista azzurro: “una gara come quella che ho visto nel percorso di Innsbruck richiede sicuramente molta attenzione nella programmazione. Da quel giorno in cui sono caduto sono rimasto fermo a casa. Ieri la Tecnogym mi ha fatto avere una bici a casa, ho provato a salire ma sono dovuto scendere subito perchè è ancora troppo presto. Spero che questo intervento possa risolvere il tutto in tempi molto brevi, sicuramente questo può accelerare i tempi di recupero. In questo caso farò la Vuelta per per arrivare nella migliore condizione al Mondiale. Non me ne voglia Martinello che ogni volta mi critica dicendo che le grandi corse a tappe non vanno fatte soltanto per partecipare, ma in questo senso per me potrà essere molto importante“.