Tour de France, si conclude oggi a Parigi con la classica passerella sui Campi Elisi la 105ª edizione della Grand Boucle vinta da Geraint Thomas a 32 anni: il pagellone di SportFair
Il Tour de France n° 105 s’è concluso oggi a Parigi con la vittoria di Geraint Thomas, 32 anni, pistard britannico del Team Sky. In carriera era sempre stato un gregario, il suo miglior piazzamento in classifica generale era stato il 15° posto sempre nei Tour de France 2015 e 2016 vinti dal compagno di squadra Chris Froome. L’anno scorso aveva fatto le prove generali vincendo il Tour of the Alps e correndo da capitano un ottimo Giro d’Italia finché una rovinosa caduta non lo costringeva al ritiro. Poi al Tour de France vinceva la cronometro inaugurale di Düsseldorf indossando la maglia gialla per 4 giorni prima di cederla al compagno di squadra Chris Froome.
Prima di quest’anno, ci aveva provato Contador nel 2015: El Pistolero era riuscito a vincere il Giro d’Italia e poi si era piazzato 5° al Tour de France, correndo la Grand Boucle comunque in modo spettacolare. Si sarebbe potuto accontentare del podio, invece cercò di far saltare il banco e finì 5°. Quanto ci mancano campioni così…
A prescindere dalla “doppietta” vincente, oggi abbiamo due corridori come Froome e Dumoulin che sono finiti entrambi sul podio di Giro e Tour. Due secondi posti per Dumoulin, un primo e un terzo per Froome. Era dal 1994 che non succedeva qualcosa di simile, quando Pantani arrivò 2° al Giro e 3° al Tour, e Indurain 3° al Giro e 1° al Tour. Insomma, Froome e Dumoulin ci hanno dimostrato che la “doppietta” Giro-Tour non è un’impresa impossibile, neanche nel ciclismo del terzo millennio. E Vincenzo Nibali, che non ci ha mai provato e ha sempre preparato bene soltanto una delle due grandi corse a tappe, potrebbe pensarci per il prossimo anno mentre Dumoulin ha già dichiarato che punterà tutto sul Tour senza partecipare al Giro.
Ma ecco il Pagellone di SportFair sul Tour de France 2018
Geraint Thomas 10
Il pistard britannico ha corso in modo perfetto, evitando cadute e inconvenienti che negli anni scorsi l’avevano fermato. Ha vinto due tappe bellissime sulle Alpi a La Rosière e sull’Alpe d’Huez (primo di sempre in maglia gialla), tenendo 11 giorni la maglia gialla e imponendosi persino sul più quotato compagno di squadra Froome. Chissà che non ci prenda gusto per provarci di nuovo il prossimo anno…
Tom Dumoulin 9
E’ andato a 157 secondi dalla storica doppietta Giro-Tour: ha perso il Giro d’Italia per 46” da Froome e il Tour de France per 1′ e 51” da Thomas, di cui 1′ e 13” persi per la foratura sul Mur de Bretagne. Ha corso entrambe le corse a tappe praticamente senza squadra, altrimenti l’impresa di Froome a Bardonecchia non sarebbe stata possibile. Ma a 27 anni dopo la vittoria del Giro d’Italia 2017, sale per la prima volta sul podio del Tour de France con l’ambizione di migliorarsi il prossimo anno quando concentrerà tutta la stagione sulla Grand Boucle. E porta a casa anche 2 tappe a cronometro: una al Giro (Gerusalemme) e una al Tour (Espelette) confermandosi leader incontrastato di questa specialità in cui è Campione del Mondo.
Chris Froome 8,5
Dopo aver vinto il Giro d’Italia, centra un altro podio straordinario al Tour de France. Un Tour de France di stress e tensioni moltiplicate per l’ostilità del pubblico e dell’ambiente, dove per il secondo anno consecutivo non è riuscito a vincere neanche una tappa. Rimane la grande impresa del Giro d’Italia, vinto dopo la brutta caduta di Gerusalemme nel primo giorno, e il podio del Tour per un campione che a 33 anni non ha ancora alcuna intenzione di abdicare: lo vedremo ancora protagonista nel 2019.
Primoz Roglic 9
Il 28enne sloveno ha sfiorato il podio con un ottimo 4° posto finale nella classifica generale e una bellissima vittoria nel tappone pirenaico di Laruns: è la definitiva consacrazione di un talento che nei prossimi anni cercherà di lottare per vincere la maglia gialla.
Steven Kruijswijk 8
Il suo 5° posto in classifica generale è il miglior risultato di sempre al Tour e di tutti i grandi giri dopo il 4° posto al Giro d’Italia 2016: gli manca ancora un pizzico per essere da podio, ma è una conferma importante.
Romain Bardet 5
Aveva puntato tutta la stagione su questo Tour de France con l’obiettivo di vincerlo sfruttando un percorso che sembrava disegnato apposta per lui. Dopo il 2° posto del 2016 e il 3° del 2017 è tornato indietro al 6° posto come nel 2014, a 7 minuti di ritardo dalla maglia gialla e senza vincere neanche una tappa. Mai incisivo, ci ha messo il cuore ma quando non ci sono le gambe c’è poco da fare.
Mikel Landa 5
Settimo in classifica generale, male nel gioco di squadra con la Movistar, non riesce a vincere neanche una tappa. Aveva fatto meglio da gregario quando era nel Team Sky.
Daniel Martin 7,5
L’irlandese vince meritatamente il premio di “super-combattivo” di questo Tour de France. Ha vinto la tappa del Mur de Bretagne, è sempre andato all’attacco ogni volta che la strada l’ha consentito. Alla fine s’è piazzato 8° in classifica generale, dopo il 6° posto di un anno fa e il 9° di due anni fa. Ma ha lasciato il segno.
Ilnur Zakarin 5
Niente da fare. In discesa è fermo, in salita mai all’altezza dei migliori. Finisce nono, dopo che l’anno scorso aveva concluso 5° al Giro e 3° alla Vuelta ci aspettavamo qualcosa di più.
Nairo Quintana 6
Ha vinto una bellissima tappa sui Pirenei a Saint-Lary-Soulan, poi una brutta caduta gli ha impedito di poter competere per il podio ed è andato in crisi finendo 10° in classifica generale. Ma ha dimostrato di esserci ancora: è l’unico scalatore del gruppo che può essere competitivo, e ha ancora 28 anni. Ha vinto il Giro giovanissimo nel 2014, la Vuelta nel 2016, al Tour è già salito tre volte sul podio (2° nel 2013 e nel 2015, 3° nel 2016). L’anno scorso ha provato la “doppietta” Giro-Tour ed è finito 2° al Giro e 12° al Tour, ma chi pensa che sia finito non ha ancora capito nulla. Ha 5 anni meno di Froome e Nibali, 4 meno di Thomas, la stessa età di Dumoulin. Ne parleremo ancora a lungo.
Bob Jungels 5,5
Alejandro Valverde 7
Eterno. A 38 anni abbondanti è ancora competitivo. Finisce 14° in classifica generale, ma è il più attivo della Movistar negli attacchi da lontano. Terzo al traguardo nella tappa del Mur de Bretagne.
Egan Bernal 10 & Lode
Peter Sagan 10 & Lode
Julian Alaphilippe 10 & Lode
Lawson Craddock 10 & Lode
Fernando Gaviria 8
Per il 23enne talento colombiano era il primo Tour de France, e per questo gli perdoniamo il ritiro prematuro alle prime difficoltà sulle montagne alpine. Ma ci era piaciuto di più l’anno scorso al Giro quando ha resistito a salite molto più dure e difficili pur di salire sul podio con la maglia ciclamino. Avrebbe potuto sfidare Sagan per la maglia verde, invece si è arreso troppo presto. Eppure s’era dimostrato il miglior velocista del gruppo. Il primo giorno aveva indossato persino la maglia gialla grazie alla vittoria nella volata della prima tappa, poi ne ha vinta un’altra a Sarzeau mentre è arrivato 2° nella tappa di Chartres.
Greg Van Avermaet 8,5
Vincenzo Nibali 9
Domenico Pozzovivo 9
Franco Pellizotti 8
A 40 anni era il corridore più anziano del gruppo di questo Tour de France, e lo conclude prima di smettere di pedalare con l’ennesima prova di sacrificio al servizio della squadra e del suo capitano. Non è stato ai livelli della Vuelta 2017, ma ha comunque contribuito al gioco di squadra quando ce n’è stato bisogno, sia prima per Nibali che dopo il ritiro forzato dello Squalo andando all’attacco in diverse occasioni. Chiude un’ottima carriera nel modo migliore possibile, 60° in classifica generale e terzo degli italiani dopo Pozzovivo (18°) e Damiano Caruso (20°), lui che ovviamente non faceva classifica ma pensava soltanto ad aiutare la squadra. A cui riteniamo doveroso dedicare un capitolo a parte.
Team Bahrain-Merida 10
La Bahrain-Merida, alla faccia delle critiche, s’è dimostrata la squadra migliore di questo Tour de France dopo la corazzata del Team Sky. Nonostante la perdita di Nibali, proprio la Bahrain-Merida conclude 2ª nella classifica a squadre che per un giorno sui Pirenei ha anche guidato, indossando casco e numero giallo. Appena 12 i minuti di ritardo dalla Movistar dei vari Landa, Quintana e Valverde e 20 minuti di vantaggio sul Team Sky, terzo. I piazzamenti in classifica generale di Pozzovivo (18°), Jon Izaguirre (22°) e Gorka Izaguirre (24°) dimostrano lo spessore di una squadra che era assolutamente all’altezza della situazione per aiutare Nibali nella vittoria della maglia gialla, e sono arrivati ben cinque secondi posti di tappa (2 con Colbrelli, 2 con Jon Izaguirre e uno con Gorka Izaguirre) e ben 13 piazzamenti nella top-10 dei traguardi di tappa. E l’anno prossimo, con gli innesti di Rohan Dennis e Damiano Caruso, si presenterà come una vera e propria corazzata. L’unica in grado di sfidare il Team Sky: con Nibali ne vedremo ancora delle belle!
Team Movistar 4
Che peccato avere questi fior fior di campioni tutti in una squadra, e utilizzarli in questo modo. Alla fine la Movistar torna a casa con una tappa e la classifica a squadre, ma nessun corridore sul podio ne’ nei primi 6 della classifica generale. Visto l’organico del Team spagnolo, ci aspettavamo molto di più almeno dal punto di vista della corsa. Invece non ci hanno mai neanche provato seriamente. L’impegno più grande è stato quello in difesa del primo posto nella classifica a squadre, a cui la Bahrain-Merida ci ha fatto un pensierino soltanto dopo l’addio di Nibali. Loro avrebbero dovuto ambire a qualcosa di più…