Tour de France, l’allarme di Nibali: “c’è tanto stress e corriamo tutti appiccicati, per cadere basta un attimo”

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Il corridore della Bahrain-Merida ha parlato dopo la sesta tappa del Tour de France, sottolineando come il pericolo di una caduta sia sempre dietro l’angolo

La sesta tappa del Tour de France ha sorriso a Vincenzo Nibali, riuscito a non perdere terreno sul Mur de Bretagne. Una frazione che spaventava e non poco i corridori alla vigilia, visto il tremendo strappo dei chilometri finali.

vincenzo nibali
/ AFP PHOTO / Marco BERTORELLO

Lo Squalo dello Stretto lo ha gestito alla perfezione, pedalando a tutta fino al traguardo, come rivelato ai microfoni della Gazzetta dello Sport: “si è trattato di uno strappo fatto a velocità folle, il primo passaggio più tranquillo, ma il secondo è stato preso a tutta dall’inizio fino in cima. Dietro, non so cosa fosse successo. Ero sempre tra le prime 7-10 posizioni. A un certo punto, 300 metri circa dalla fine, mi ha affiancato pure Peter Sagan e ho pensato ‘Va bene, ok’, quando lo vedi che va così forte… Chapeau. Ventaglio? E’ successo all’improvviso. Abbiamo girato una curva, io sono rimasto un po’ schiacciato all’interno e non ho trovato subito spazio per passare. Davanti c’è stato un buco, siamo rimasti attardati dietro di circa 100 metri, abbiamo inseguito qualche chilometro ma siamo riusciti a chiudere con tranquillità. Niente di rilevante. Uno strappo così non è facile da gestire.

AFP PHOTO / Marco BERTORELLO

Io ero ben mentalizzato, la condizione è ottima. Ho visto Froome all’inizio che si era lasciato sfilare, ma è una cosa che è nelle sue corde. Fa spesso così, lasciare andare un po’ e poi recupera in una seconda fase. Quanto agli altri, non saprei bene ma l’arrivo è stato molto difficile. C’è veramente tanto stress. A casa non sembra, ma corriamo tutti appiccicati. Fianco a fianco. La possibilità di una caduta è sempre dietro l’angolo. Tutti voglio stare davanti perché qui anche una singola vittoria vale tantissimo. Nessuno tocca mai i freni. Ho sempre detto che questi primi giorni, nonostante l’assenza di salite lunghe, sarebbero stati molto complicati. In un momento forse abbiamo abbassato un po’ la guardia in quel ventaglio. Questo dimostra che bisogna essere sempre davanti, anche quando mancano più di cento chilometri all’arrivo. E non lasciare niente al caso“.

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