Tour de France, dopo uno (anzi due…!) giorni di riposo inizia un’altra corsa: Martedì 17 la decima tappa da Annecy a Le Grand-Bornand sarà il primo teatro dello scontro diretto tra i big che vogliono la maglia gialla
Un giorno di riposo, anzi due. Già, perché ieri il Tour de France s’è concluso intorno alle 16:20 e domani la decima tappa da Annecy partirà molto tardi, alle 13:35. Complessivamente i corridori quindi rimarranno 45 ore senza correre, molto tempo. E l’incognita di questo “doppio” riposo peserà ancora di più su quello che si prospetta come un tappone epico, leggendario. Sarà una delle tappe più dure e spettacolari di questo Tour de France, difficile e insidiosa, con pendenze incredibili e tanti punti critici. Complessivamente si dovrà pedalare per 158,5km, ma verosimilmente i corridori ci impiegheranno oltre 4 ore perchè ci sono oltre 3.200 metri di dislivello, 4 salite durissime e 5 discese molto rischiose con un tratto di sterrato molto particolare nell’inedita salita verso l’altopiano di Glières.
Si correrà sulle Prealpi dei Bornes, una Regione dalla grande valenza storica per la Resistenza francese della Seconda Guerra Mondiale: proprio qui, infatti, c’era una delle principali basi dei combattenti, ricordati con un monumento eretto a loro memoria nel 1973.
Ma andiamo a scoprire il percorso e l’altimetria della tappa: si parte da Annecy e dopo 19km c’è subito il primo Gran Premio della Montagna, il più facile della giornata, il Col de Bluffy (un chilometro e mezzo al 5,6% di pendenza media). Si arriva a Thones per il traguardo volante dopo 29km, unico riferimento del giorno per i velocisti in lotta per la maglia verde, e poi inizia la prima vera salita di questo Tour: il Col de la Croix Fry, saranno 11,3km al 7% di pendenza media. Chi passerà primo su questa vetta indosserà (virtualmente) la maglia a pois di miglior scalatore, superando in un solo colpo tutti coloro che hanno racimolato punti fino ad ora.
A questo punto i corridori scenderanno a Entremont e e inizierà la salita più spettacolare di giornata, il Montée du plateau des Glières. I francesi lo chiamano “Mini-Zoncolan”, sono 6km all’11,2% di pendenza media, una salita regolare tanto che la media di ogni chilometro non scende mai sotto il 10%. Le punte massime sono del 14%, si tratta di pendenze rarissime al Tour de France. E qui, a oltre 90km dal traguardo, ci sarà la prima grande selezione: con ogni probabilità la maglia gialla Greg Van Avermaet e Philippe Gilbert, adesso terzo in classifica generale, si staccheranno definitivamente dal gruppo con i migliori e finiranno fuori classifica. Difficile che ci siano attacchi importanti da così lontano, ma se qualcuno starà male e non avrà digerito il giorno (anzi due) di riposo, allora potrebbe andare in crisi e perdere il Tour de France in grande anticipo. Dopo il Gran Premio della Montagna, il primo Hors Catégorie (sarà una tappa molto importante per chi vuole vincere la classifica di miglior scalatore), ci saranno altri 1.800 metri in leggera salita sull’altopiano di Glières:
Attenzione al fondo della strada: durante la salita ci saranno circa 2km di sterrato, uno sterrato molto particolare su una ghiaia calcarea simile più al pavè di Roubaix che alle strade bianche italiane. Roba che al Tour de France non si vedeva da 70 anni, Prudhomme ha parlato di “Tour d’antan” perchè vuole “recuperare lo spirito di una corsa d’altri tempi“. In quest’ottica la tappa di ieri sui ciottoli dell’Inferno del Nord, e adesso l’inedito sterrato alpino per rendere la corsa ancora più epica e leggendaria.
Oltre allo sterrato e alla pendenza durissima, su questa salita la strada è molto stretta su un percorso adatto a chi è pratico nella guida mountain bike. Sarà fondamentale mantenere il peso del corpo indietro sulla sella per garantire alla ruota posteriore una trazione sufficiente a non slittare. Dopo l’altopiano ci sarà una discesa ripida, difficile, con curve pericolosissime. E quando si arriva in fondo mancheranno ancora 72km all’arrivo.
Tra i big in classifica generale, i più attardati sono i due colombiani Nairo Quintana e Rigoberto Uran: hanno circa un minuto e dieci secondi di ritardo da Froome, punto di riferimento della corsa, e sono certamente quelli che hanno più necessità di attaccare. Molto difficile pensare che lo facciano in prima persona da così lontano e così presto in una corsa lunga tre settimane che quest’anno ha previsto un percorso con tantissime montagne, ma probabilmente metteranno le loro squadre già alla frusta per isolare i rivali e appesantirne le gambe.
La tappa si accenderà da Cluses in poi: gli ultimi 38km daranno decisivi, con altre due salite difficili e due discese altrettanto rischiose. Si inizierà con il Col de Romme, 8,8km all’8,9% di pendenza media. Discesa difficilissima, molto ripida nel tratto iniziale (sarà questo il punto più importante per fare selezione), e poi si risale sul Col de la Colombière, arrivando in quota a 1.618 metri di altitudine dopo 7,5km percorsi all’8,5% di pendenza media. Gli ultimi due chilometri e mezzo sono tutti oltre il 10%: trampolino di lancio ideale a 14km dal traguardo per sferrare l’attacco decisivo in vista della picchiata verso Le Grand-Bornand. La discesa termina a 2 chilometri dal traguardo, c’è un chilometro e mezzo di pianura e le ultime centinaia di metri in leggera salita.
Insomma, una tappa pazzesca con pendenze incredibili per il Tour de France. Sarà molto importante sondare la forza delle squadre. Il Team Sky di Chris Froome ha iniziato molto male il Tour de France, in modo anomalo. Oltre a Froome, in classifica è rimasto soltanto Geraint Thomas che se resisterà con i migliori potrebbe vestire la maglia gialla. Ha 59” di vantaggio su Froome ed è l’unico tra i primi in classifica generale che potrebbe resistere su pendenze così ripide in salite così lunghe, che potrebbero far arrendere anche Bob Jungels e Alejandro Valverde.
Per Vincenzo Nibali e il suo Team Bahrain-Merida, ottimo 4° posto nella classifica a squadre in questo momento, c’è Domenico Pozzovivo in ottima forma. Il lucano 5° al Giro d’Italia, è ventesimo oggi in classifica generale, davanti persino a Quintana e Uran. E’ molto importante per Nibali che rimanga a lungo tra i migliori in classifica generale, aspettando Pellizotti che sta cercando la forma della scorsa stagione per scortare lo Squalo sulle montagne francesi.
Primo vero esame anche per il giovane danese Kragh Andersen del Team Sunweb: è l’unico compagno di Dumoulin in classifica, ma è davvero molto difficile che sia con i migliori all’arrivo di domani. Sarebbe una grande sorpresa.
Attenzione a Ilnur Zakarin: ha le caratteristiche migliori per questa tappa e anche lui in classifica generale ha molto tempo da recuperare sui big, un minuto esatto da Froome.
Probabilmente assisteremo alle prime grandi scaramucce dirette tra i big, anche Bardet è attardato di 50” da Froome e potrebbe attaccare mentre Nibali è appena 6” dietro il britannico in classifica e i due probabilmente si controlleranno a vicenda per quello che si prospetta come un grande duello di due settimane, sulle orme della Vuelta di un anno fa.
Quella di domani sarà solo la prima tappa difficile di tre giorni terribili: Mercoledì c’è l’arrivo a La Rosière Espace San Bernardo dopo 4 salite lunghissime e durissime (quasi 4.000 metri di dislivello in appena 108km di tappa), e poi soprattutto Giovedì l’arrivo sull’Alpe d’Huez dopo 178km, il Col de la Madeleine, la Croix de Fer per un dislivello di tappa di oltre 5.000 metri tra l’altro ad altissime quote. Saranno tre giorni decisivi per il Tour de France. La grande sfida Nibali–Froome sta per iniziare.