Danilo Petrucci ha raccontato alla Gazzetta dello Sport le sue sensazioni dopo l’ufficialità del trasferimento alla Ducati
Giornata di annunci e ufficialità quella di ieri, Lorenzo alla Honda e Petrucci alla Ducati hanno acceso il mercato piloti, condito anche dal rinnovo di Syahrin con la Tech3. Ore frenetiche ma anche dolci per il pilota della Pramac, che realizza finalmente il sogno di una vita, inseguito e conquistato a colpi di podi e ottime prestazioni.
Domenica dopo il Mugello l’incontro con lo stato maggiore in rosso, è lì che Petrucci ha realizzato il tutto: “dopo la gara mi sono trovato nel camion con Ciabatti, Vergani e Dall’Igna e la prima parola di Gigi è stata ‘benvenuto’. Ho capito di avercela fatta” le parole del ternano alla Gazzetta dello Sport. “Era un sogno, ho fatto di tutto perché diventasse realtà. La Ducati è per me la Ferrari delle due ruote, ogni italiano da piccolo sogna di guidarla. È un grande onore. E un onere. È la storia della moto, i miei nonni ne avevano una, papà, i miei amici… Papà lavorava con Pileri che era sponsorizzato Phillip Morris: ho sempre sognato il rosso. Contratto di un anno? La Ducati aveva questa opzione. Credo vogliano vedere come mi comporto. Ma per me non cambia niente. Se andrò bene, sarà solo loro interesse confermarmi. E allora ne discuteremo liberamente.
Vado in Ducati per restarci, non per essere un fuoco di paglia. Vorrei essere ricordato dai tifosi come uno di quei piloti tutto cuore che non si arrendono mai. Come Capirossi. Per quanto riguarda Dovizioso, devo dire che è stato uno dei miei sponsor, mi ha voluto. Insieme possiamo creare qualcosa che gli altri non hanno, ovvero una squadra davvero squadra. Poi in gara ognuno se la gioca, ma saremo grandi alleati per far crescere la moto. Lorenzo? Ha fatto una scelta coraggiosa. La Honda aveva cercato anche me, mi voleva la parte europea, ma i giapponesi cercavano un’alternativa e Lorenzo è una scelta naturale. Con Marquez sarà una bella sfida tra due galli nel pollaio“.