Fantasia e Futebol Bailado sì, ma il Brasile si aggrappa ai ‘faticatori’: Paulinho e la difesa sono la vera forza verde-oro

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Il Brasile accede agli ottavi del Mondiale di Russia 2018 senza brillare: l’attacco costruisce ma non conclude, tocca ai ‘faticatori’ dare la scossa

Chi si aspettava tecnica e fantasia da parte del Brasile è rimasto deluso. Nonostante la batteria di talenti impressionanti, da Neymar a Coutinho, passando per Gabriel Jesus, Willian e Douglas Costa, il Brasile non riesce ad esprimere tutto il suo potenziale offensivo. Niente colpi di tacco, no-look e giocate di fino al Brasile serve concretezza. Neymar ne è l’esempio principale: qualche giocata da applausi, completamente inutile nell’economia della partita e l’appuntamento con il gol mancato più volte durante l’arco della gara contro la Serbia. Come detto serve concretezza, ma anche cattiveria.

Foto LaPresse – Fabio Ferrari

Chi unisce entrambe le caratteristiche è Paulinho, mediano d’equilibrio del Barcellona e della nazionale verde-oro, con licenza di incursore nelle difesa avversarie. Proprio dal giocatore ‘meno tecnico’ che partecipa alla fase offensiva arriva il gol che sblocca la gara. La difesa fa il resto, in tutti i sensi. Prima Thiago Silva e Alisson evitano più volte il gol del pareggio della Serbia, poi lo stesso centrale del PSG svetta in cielo per il raddoppio. Ancora una volta il Brasile si aggrappa ai muscoli dei propri ‘faticatori’, quelli dei quali i tifosi non indossano le magliette sugli spalti, ma che servono a dare equilibrio (e non solo) ad una squadra con l’attacco che spara a salve (Gabriel Jesus assente ingiustificato). È vero che l’attacco vende i biglietti e la difesa (e Paulinho) vince le partite. In questo caso però, una squadra con il potenziale offensivo del Brasile ha il dovere di non dare seguito alle frasi fatte…

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