Giro d’Italia, tutto in tre giorni: nei tre tapponi alpini in Piemonte tra Giovedì, Venerdì e Sabato si deciderà la corsa rosa. Oltre 8.000 metri di dislivello, 9 Gran Premi della Montagna, 8 chilometri di sterrato e il gran caldo in arrivo, saranno tre giorni terribili
Dopo la spettacolare cronometro di Rovereto, il Giro d’Italia ripartirà alle 13:20 di domani da Riva del Garda per una tappa intermedia, molto corta (appena 155km) e facile, con tre salite nei primi 100km a fare da trampolino di lancio a possibili fughe da lontano, e una lunga pianura negli ultimi 50km per consentire alle squadre dei velocisti superstiti di giocarsi l’ultima chance prima della volata finale di domenica a Roma. Si arriverà a Iseo nelle terre della Franciacorte: dopo le Dolomiti, la carovana si muove verso ovest in direzione del Piemonte dove tra Giovedì, Venerdì e Sabato si deciderà la corsa rosa. E si ripartirà dalla nuova classifica generale che vede ancora in testa Simon Yates con 56” su Dumoulin, terzo un superlativo Pozzovivo ad oltre 3 minuti e quarto Chris Froome a quasi 4 minuti. Chi l’avrebbe detto ad inizio corsa? Ma attenzione, ancora tutto può cambiare. Le tre tappe di montagna in programma Giovedì, Venerdì e Sabato sono davvero terribili. Le più dure del Giro, dopo tre settimane di grandi fatiche e con le previsioni meteo che annunciano l’arrivo del grande caldo: si correrà con un forte sole e oltre +30°C, come se fossimo in piena estate o al Tour de France.
Froome e Dumoulin proveranno in ogni modo possibile a far saltare Yates, che fin qui è stato sempre il più brillante di tutti ma è un’incognita sulla tenuta nella terza settimana. Ma i due super favoriti della vigilia non stanno facendo bene: Dumoulin è la brutta copia di quello che ha dominato la scorsa edizione non solo a cronometro ma anche in montagna, nonostante avesse avversari molto più importanti come Nibali e Quintana, quest’anno assenti. Froome è stato il frullatore che ha vinto 4 Tour de France e una Vuelta soltanto nel giorno dello Zoncolan. Riusciranno, quindi, a ritrovarsi e mandare in crisi il giovanissimo talento britannico che a 25 anni sta sorprendendo tutti?
Attenzione anche a Domenico Pozzovivo: scalatore puro, è il più esperto dei big ed è anche il più fondista. Cioè quello che emerge meglio alla terza settimana. I tre arrivi in salita sembrano disegnati apposta per lui. Non è mai salito sul podio del Giro d’Italia e ha vinto una sola tappa, nel 2012: quest’anno però è in una squadra forte, ambiziosa e che ne esalta le caratteristiche. Si ritrova in una condizione eccezionale e sicuramente attaccherà ancora. Per vincere una tappa e difendere il podio, ma se gli altri avranno difficoltà… chissà. E chissà che non siano proprio i tre italiani a stringere una sorta di “alleanza” per far saltare il banco proprio nel finale: anche Davide Formolo (sedicesimo con dieci minuti di ritardo) e Fabio Aru (ventiduesimo a 24 minuti da Yates) vogliono vincere una delle tre tappe alpine, e proveranno a farlo magari con un attacco spettacolare da lontano.
Il terreno per farlo c’è: oltre 8.000 metri di dislivello, 9 Gran Premi della Montagna, 8 chilometri di sterrato, tre arrivi in salita. Sarà un grande spettacolo.