Chris Froome e la strepitosa vittoria al Giro d’Italia 101: le sensazioni del britannico del team Sky al termine della 20ª tappa della corsa rosa
E’ Mikel Nieve il vincitore della 20ª tappa del Giro d’Italia. La Mitchelton Scott ritrova un piccolo sorriso dopo la crisi di Yates e la perdita delle maglia rosa dopo la strepitosa vittoria di ieri di Froome sul traguardo di Bardonecchia. Il corridore del Team Sky è riuscito a difendere la sua leadership da Tom Dumoulin diventando uno di quei pochi corridori della storia capaci di trionfare in tutti e tre i Grandi Giri. Una fantastica impresa per il 33enne britannico: “una vittoria molto speciale. La battaglia è vinta. Una sensazione incredibile, due giorni fa non ero in questa posizione: un sogno. Questa è stata la battaglia più grande della mia carriera, un sogno dopo Tour e Vuelta dell’anno scorso, ora consecutivamente anche il Giro: non c’è niente di più grande per un ciclista”, ha affermato Froome alla ‘rosea’ al termine della tappa di oggi.
“Sono state tre settimane molto dure, ora è il momento delle emozioni. La partenza è stata molto difficile, sono caduto e ho vissuto momenti molto difficili. Ma prendere la maglia ieri e tenerla oggi è qualcosa di incredibile. Venerdì il mio obiettivo era vincere la tappa, certo per guadagnare in classifica generale ma non credevo così tanto da prendere la maglia”, ha aggiunto al Processo alla Tappa.
Un Giro d’Italia di alti e bassi per Froome, che ha dovuto fare i conti con qualche caduta di troppo nelle fasi iniziali: “ho vissuto momenti molto difficili, dopo la caduta nei giorni successivi non sono stato al cento per cento, ho perso tre minuti. Ma i miei compagni hanno continuato ad avere molta fiducia in me, mi hanno detto di stare tranquillo perché avevano visto negli ultimi anni cambiare il Giro nell’ultima settimana e le gambe sarebbero arrivate. Li ringrazio per aver sempre avuto questa grande fiducia. Ci sono stati giorni in cui non sono stato bene a questo Giro, ma è una corsa di tre settimane. Abbiamo visto Yates che è stato bravissimo ma chiude 45 minuti dietro perché è una corsa di tre settimane, non di due e mezzo, questo è quello che hanno di speciale i grandi giri, non ci sono corse che ti spingono così duramente e così a lungo”.
Non poteva mancare un commento alla questione doping: “non è qualcosa a cui penso più di tanto, qui al Giro ho pensato solo alla corsa, io so dentro di me che non ho fatto niente di male, si tratta di aspettare il tempo necessario perché tutti possano avere gli elementi per capirlo. Sì, spero che questa faccenda si chiuda presto. Io sono pulito. I miei dati verranno resi pubblici e condivisi. Non c’è alcun problema. E faccio notare che ieri ho guadagnato in discesa, non in salita“.