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Giro d’Italia – Ciccone spiega la sua strategia: “ho voluto attaccare presto perchè l’avevo provata ai primi di aprile”

SportFair

Giulio Ciccone della Bardiani CSF ha raccontato la sua strategia realizzata in tutta la sesta tappa del Giro d’Italia

Nella prima tappa di montagna del Giro d’Italia, da Caltanissetta con arrivo dopo 164 chilometri sull’Etna (sesta tappa), Giulio Ciccone si è presentato con una prestazione che conferma la buona condizione mostrata nelle gare di avvicinamento. In fuga con un generoso Alessandro Tonelli, sono riusciti da evadere solo dopo 50 chilometri con altri 24 corridore, Ciccone è stato protagonista di un serie di attacchi sulla salita finale. Al traguardo ha concluso 20°, a 57” dal vincitore Chaves della Mitchelton Scott e a solo 30” dai big di classifica. La tappa, oltre ai coraggiosi tentativi di Ciccone, ha visto i big iniziare a darsi battaglia. Chaves ha vinto sul compagno Yates, regalando la doppietta alla Mitchelton Scott, nuova maglia rosa. Dopo quattro giorni in maglia azzurra, Enrico Barbin ha ceduto la leadership nella classifica degli scalatori al vincitore di tappa che, in colpo solo, si è aggiudicato 35 punti contro gli 11 del Ninja. Giulio Ciccone ha spiegato la sua prestazione realizzata nella sesta tappa del Giro d’Italia“oltre al risultato ciò che contava per me erano le sensazioni. E quelle, sono state positive. Provarci da lontano era la nostra strategia, così come andare in fuga in due. Tonelli è stato super, uno di quelli che ha lavorato di più tra i battistrada, permettendomi di salvare energie fino alla salita. Ho voluto attaccare presto perchè l’avevo provata ai primi di aprile, in ritiro e sapevo che dai -4 chilometri la strada si sarebbe addolcita. Anticipare e avere un buon margine poteva essere determinante. Chapeau a Chaves perchè è andato fortissimo. Io ci ho provato fino alla fine, ho dato il massimo. Per essere il primo arrivo in salita del Giro, va bene così. Se penso che poco più di una settimana soffrivo un po’ ovunque per la caduta in allenamento, ora posso sorridere”.

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