Vito Ippolito sincero e senza peli sulla lingua: dalle precisazioni sui ruoli di Race Direction e FIM stewards ai comportamenti di Marquez e Rossi
“non ci è piaciuto che Marc abbia detto che continuerà a guidare come ha sempre fatto, così come non ci è piaciuto quel post sui social di Valentino in cui ha scritto ‘una gara difficile distrutta da un pilota pericoloso‘ (QUI per l’articolo). Non bisogna fomentare gli animi dei tifosi. Si devono calmare tutti e due. Stiamo lavorando per perfezionare il codice, in modo da far sentire ai piloti che sopra di loro c’è una autorità. Non devono sentirsi abbandonati a loro stessi. Patente a punti? Sono stato io a battermi affinché fosse abolita, come ricorderete costò la partenza dall’ultima fila a Valencia a Rossi. Per un meccanismo automatico raggiunti i 4 punti fu costretto a pagare nell’ultima gara di campionato, la realtà è che sarebbe stato meglio dargli un ride through in Malesia. Quella norma deresponsabilizza il giudice con punizioni automatiche. Tipo la patente a punti automobilistica. Ma il nostro è uno sport, ed il giudice deve decidere caso per caso”.
Il presidente della FIM ha inoltre spiegato, a MotoGp.com, i cambiamenti effettuati dal 2015 ad oggi:
“In passato la Direzione Gara era responsabile sia dei giudizi sul comportamento in pista, sia delle altre decisioni da prendere durante la corsa. Abbiamo pensato che era meglio separare i due aspetti e oggi abbiamo due organi, la Race Direction affiancata al pannello di controllo composto dagli FIM stewards. Inoltre il modo di approcciare alla corsa è totalmente diverso tra i giudici e i membri della Direzione Gara con il ruolo dei primi focalizzato sul penalizzare i comportamenti ritenuti contro il regolamento. Abbiamo a disposizione circa venti giudici ma quelli scelti per il MotoGP sono pochi, i migliori. Uno di essi è permanente mentre gli altri sono a rotazione. Il vantaggio di avere due strutture separate è alleggerire la Direzione Gara, organo fondamentale per gestire i molteplici aspetti della competizione, dal lavoro sul giudizio e sulle penalità. Una divisione fondamentale, che dà anche maggior efficacia ai due organi”.