Daniel Martin ai microfoni di SportFair ha raccontato i suoi obiettivi per questa stagione con l’UAE Team Emirates, svelando il suo sogno di partecipare ad una maratona
Daniel Martin è stato uno dei colpi più importanti della sessione di mercato dello scorso anno per la UAE Team Emirates. Il ciclista irlandese ha lasciato la Quick Step Floors per approdare alla squadra araba che ha costruito un organico molto forte per questo 2018. In questo inizio di stagione, Daniel Martin ha provato a vincere qualche tappa, ma il suo obiettivo principale saranno le Classiche delle Ardenne e il Tour de France. Ai microfoni di SportFair, Daniel Martin ha svelato i suoi obiettivi per questa stagione, analizzando anche altri temi come il rapporto con i suoi compagni di squadra:
Come stai dopo la caduta nell’ultima tappa alla Volta a Catalunya?
“Ciò che ho provato dopo l’incidente al Catalunya credo sia stata tanta delusione. Ero pronto a sferrare l’attacco all’ultimo giro e subito dopo mi sono ritrovato a terra. Ho sbattuto fortemente la testa e mi sono fatto male al bacino, perciò ho avuto bisogno di un paio di giorni di recupero ma fortunatamente non mi sono fratturato niente. O almeno penso”.
Quali sono i tuoi obiettivi per questa stagione?
“Tra i miei obiettivi principali del 2018 c’è sicuramente quello di integrarmi bene nel team. È un grosso cambiamento per me e penso che la gente questo lo sottovaluti. Poi certamente le Classiche di Ardenne e il Tour de France sono gare nelle quali voglio arrivarci al meglio, anche se non metto mai i risultati come obiettivo. Quello che voglio è gareggiare sfruttando il 100% del mio potenziale”.
Come ti trovi alla UAE Team Emirates? Quali sono le differenze con la Quick Step Floors?
“Sono felice qui. La sensazione è buona ma come in tutte le squadre c’è molto da poter migliorare e la comunicazione non è semplice per via delle barriere linguistiche. È un grande cambiamento per me. Tutto è cambiato, persino l’attrezzatura, e quindi è di sicuro un grande cambiamento culturale”.
Beppe Saronni è stato un grande corridore. Hai mai chiesto consigli tecnici per una corsa?
“È simile a mio zio. Il ciclismo è cambiato così tanto che si può dire che sia uno sport diverso oggi. Ho molto rispetto per Giuseppe e per ciò che ha fatto, stiamo provando a trovare dei punti in comune per quanto riguarda la comunicazione”.
Tra la Liegi-Bastogne-Liegi e il Giro di Lombardia, qual è stata la vittoria più bella?
“Liegi e Lombardia sono due delle mie gare preferite e sicuramente le più belle vittorie. Impossibile preferirne una. A Liegi, in quel momento, credo fossi il più forte mentre in Lombardia ho vinto grazie alle tattiche. Entrambe bellissime vittorie ma è mia consuetudine dimenticare rapidamente e pensare subito a vincere ancora”.
Tu hai corso al Giro, al Tour e alla Vuelta. Quali sono le differenze e quale è la più adatta alle tue caratteristiche?
“Onestamente è passato troppo tempo da quando ho preso parte al Giro e credo di essere cambiato molto come corridore, perciò è difficile dirlo. Il tour si adatta alle mie caratteristiche data la tensione, visto che è quasi come i classici e adoro lottare. La Route o la Vuelta è forse ancora più adatta a me, visti tanti traguardi situati sulle vette collinari, ma mi trovo decisamente meglio quando si tratta di tappe lunghe e complesse, come una giorno di classica, e quelle tappe quando è piatto tutto il giorno e poi esplosivo non mi si adatta perfettamente quindi dico il tour, ma forse in futuro avrò bisogno nuovamente di provare il Giro”.
Tuo padre negli anni ottanta è stato un buon corridore mentre tuo zio Stephan ha vinto sia il Giro che il Tour. Quali sono stati i loro insegnamenti?
“Di certo mio con mio padre è un po’ diverso quando ci parlo mi aiuta molto a focalizzarmi sui dettagli, ma per quel che riguarda tattiche, allenamento e dieta, faccio di testa mia”.
Ci sveli qualche aneddoto simpatico che ti lega a tuo cugino Nicolas Roche?
“Non molto divertente, ma ci supportiamo tantissimo durante le gare. Abbastanza spesso parliamo quando si tratta di una gara dura. Quando ero secondo al Lombardia mi disse sul Ghisallo che ero in ottima forma e dovevo credere nelle mie possibilità”.
Oltre al ciclismo quale sport pratichi o segui?
“Non pratico altri sport, ma li guardo tutti in tv. Ho amici che gareggiano nel World Superbike, nella Motogp e nel World Rally che sono anch’essi ciclisti. Abbiamo una piccola comunità (fan club) su in Andorra che mi ha reso grande tifoso dei loro sport e posso supportarli. Guardo anche il calcio ,ma principalmente guardo ai risultati, non seguo una squadra. Anche l’atletica, perché mi è sempre piaciuto correre ma ovviamente con mia moglie c’è una motivazione in più”.
Tua moglie è una runner molto competitiva. Riesci ad allenarti con lei?
“In inverno sì, corro con lei, ma non molto. Durante le vacanze credo abbiamo fatto un’ora al giorno. Adoro davvero correre e penso che sarò tra quei ciclisti che farà una maratona dopo il ritiro. Essendo leggero sono sempre stato un ottimo corridore, quindi questa sarà”.