Peter Sagan ha raccontato un curioso aneddoto su una ragazza che per posta gli ha mandato un perizoma
La Milano-Sanremo è la corsa italiana che tutti i ciclisti amano correre. Molti ciclisti si presenteranno al via della ‘Classicissima’ con tante ambizioni e sogni di gloria. Peter Sagan della Bora Hansgrohe ha intenzione di vincere la corsa e riscattare la scorsa edizione persa per un soffio. Il ciclista campione del mondo in carica dovrà stare attento agli attacchi degli avversari e, insieme alla squadra, cercare di stoppare tutte le strategie delle altre squadre. Michal Kwiatkowski, fresco vincitore della Tirreno-Adriatico, sarà il principale antagonista di Peter Sagan per questa edizione della Milano-Sanremo.
Il polacco nel 2017 ha beffato il ciclista della Bora Hansgrohe per un davvero pochi centimetri sul traguardo di Sanremo, ma sicuramente nel 2018 sarà completamente differente. Il campione del mondo alla ‘rosea’ ha analizzato quali potrebbero essere le strategie degli avversari dopo la salite del Poggio:
“tanti possono essere quelli che attaccano da lontano. Però ora non so dire chi avrà le gambe. Dipende anche come ognuno avrà recuperato gli sforzi della Tirreno-Adriatico e della Parigi-Nizza, dal meteo… troppe cose. Ma non penso mai troppo a quello che può succedere. Quello che viene prendo. Mi piace la famosa frase di Bruce Lee: “Devi essere come l’acqua. Se la metti in un bicchiere prende la forma del bicchiere. Se la metti in una bottiglia, prende la forma della bottiglia”.
Peter Sagan ha raccontato cosa significa correre la Milano-Sanremo:
“è l’apertura delle grandi classiche, dei Monumenti, e già questo ha un grande valore. La Sanremo è una corsa strana. Se tutto va normale, stai in gruppo finché sei sotto la Cipressa. Ma le prime cinque ore mi annoiano. Non devi stare allerta come nelle corse al Nord quando trovi pavè, stradine, mille curve una dietro l’altra… Sì, stai attento a non fare errori, ma non puoi stare sette ore con un automa. Nelle prime ore devi anche ricordati di mangiare perché nel finale ti servono le energie. Che cosa? Adoro la Nutella, ma non posso mangiarne un chilo. Però anche in una tappa della Tirreno-Adriatico, in corsa, ho mangiato crostata con la crema di nocciola e ho bevuto un cappuccino”.
Peter Sagan ha una filosofia di vita tutta sua. In corsa è uno molto meticoloso e preciso, mentre fuori dalla bici è un uomo normale e pieno di vita. In tutta la carriera da corridore ne ha combinate di ogni: impennate, toccatine alle miss, risate in gruppo. Lo slovacco è diventato l’idolo dei ragazzi e tutti vogliono imitarlo. Su questo tema il ciclista ha dichiarato:
“lo scopo della vita è essere se stessi, tirare fuori il meglio di quello che hai, non essere qualcun altro. Però a questi livelli non ci arrivi facilmente, schioccando le dita. Faccio un esempio. Tutti sono convinti che gli attori facciano una bella vita. Quanti pensano ai sacrifici che hanno fatto fin da piccoli, le rinunce, l’energia messa per arrivare, lo studio per restare al top? Poi ci vogliono doti, non tutti i lavori sono per tutti. Non ho pensato di arrivare qui, mi ha portato la vita. Però con impegno e con l’aiuto di mio fratello Jurai, di mio padre, della mia famiglia. Mi piace cucinare, ma odio fare la spesa. Perdo un sacco di tempo, non so mai quello che serve. Se capita devo fare la lista. Se posso mangio a casa, ma ci vuole più tempo quindi a volte il ristorante è una scelta di comodo. Il cellulare lo uso solo per lavoro e il meno possibile. Per me l’uso del cellulare è tempo perso. Si crea un mondo virtuale che non mi piace. Preferisco vedere le persone in faccia. Ricevo dalle 600 alle 1.000 lettere al mese, da ogni parte del mondo. Le smista Gabriele (Uboldi, il suo addetto stampa, ndr) altrimenti non vivrei più. Dagli autografi alle cartoline fino alle cose più strane, qualcuna anche triste, arriva ogni genere di richiesta. C’è anche stata una ragazza che mi ha mandato il suo perizoma per farselo autografare. Accontentata”.
Il ciclista della Bora Hansgrohe ha svelato il suo ”idolo” sportivo:
“lo sport è spettacolo, emozione. Perché uno lo guarda? A volte è più importante dare spettacolo alla gente che vincere. Mi piaceva tantissimo Cedric Garcia nella downhill. Non vinceva quasi mai, ma faceva i numeri e io tifavo per lui. Non mi fregava chi vinceva. Non sarei contento di vincere la Sanremo come ha fatto lo scorso anno Kwiatkowski”.