Gary Medel ha parlato del suo addio all’Inter, svelando il discorso che Spalletti gli rivolse prima di decidere di andare via
Un addio all’Inter consumato dopo tre anni e quasi cento presenze, Gary Medel adesso vive una nuova esperienza al Beiktas ricordando con un po’ di nostalgia il suo periodo nerazzurro. Pochi sorrisi e tante delusioni per il cileno a Milano, fino all’addio maturato pochi mesi fa dopo un colloquio con Spalletti che, in maniera dolce, ha spiegato a Medel come non ci sarebbe più stato posto per lui all’Inter. Un discorso che il cileno ha rivelato nel corso di un’intervista alla Gazzetta dello Sport:
“Il vero problema all’Inter è la confusione, è stata dura con tanti cambiamenti in corso. E per Suning non sarà facile stando dall’altra parte del mondo. Meglio una proprietà italiana, come Moratti. I tanti cambi in panchina sono una conseguenza della poca chiarezza, i risultati negativi nascono da lì. L’addio di Mancini fu pesante, se uno come lui lascia ad agosto… È un grande, con Bielsa il migliore. Nel 2015 volammo fino a dicembre, poi il calo: di testa non eravamo pronti per stare così in alto. Una maglia così non è per tutti, c’è una certa pressione che devi gestire. E più passavano gli anni senza vittorie più questa aumenta. Io via per Spalletti? No, assolutamente. Un grande tecnico, fu chiarissimo: ‘In difesa e a centrocampo voglio gente brava nel palleggio. A un incontrista come te non posso far promesse. Fai le tue valutazioni’. Ho nostalgia, ma con il Mondiale all’orizzonte, purtroppo poi sfumato, non ho potuto scegliere diversamente. Mi propose il ruolo di trequartista, ma adattarmi sarebbe stato difficilissimo”.