Vent’anni tra pochi giorni, una medaglia d’oro conquistata al Mondiale U-18 nel 2015 in Perù, Vittoria Piani è alla sua prima esperienza in un grande club. L’abbiamo incontrata al termine di un allenamento delle “farfalle” della Unet E-Work Busto Arsizio
E’ sicuramente un periodo sereno per lei anche perché dopo tre anni importanti e intensi passati al Club Italia, dividendosi tra i banchi di scuola e il taraflex, adesso può dedicare la maggior parte delle sue forze agli allenamenti: “quest’anno il ritmo è più tranquillo; l’anno scorso avevo la scuola tutte le mattine, poi il pranzo e, subito dopo, l’allenamento. Adesso faccio le cose con più calma e, dopo l’allenamento, torno a casa”.
Ci tiene poi a sottolineare: “da un punto di vista tecnico quest’anno non c’è un solo obiettivo di crescita che mi sono prefissata: per me è importante cercare di tendere alla perfezione in tutto, quindi mi sto allenando per migliorarmi su tutto”.
Una sfida con se stessa è anche il percorso universitario intrapreso con l’iscrizione alla facoltà di Psicologia: “Mi attira l’idea di studiare la mente delle persone; ho già iniziato a guardare l’esame di Pedagogia e sono anche riuscita ad inserire nel piano di studi Criminologia, una materia che mi affascina; mi sarebbe piaciuto anche iscrivermi a Medicina Legale, cosa che però non è compatibile con i miei impegni sportivi”. E conferma quella che ormai è una lacuna sempre più evidente dell’istruzione italiana per quanto riguarda lo studio degli sportivi professionisti: “non solo le università ma anche le scuole superiori dovrebbero aiutarci a conciliare gli studi con l’attività sportiva professionistica. Io ho fatto il liceo linguistico e non sempre ho trovato disponibilità ad appoggiarmi. E’ importante per uno sportivo crearsi una strada che si possa continuare quando il percorso agonistico, speriamo il più tardi possibile, sarà terminato”.
Vittoria ha un amore “naturale” per lo sport perché, sin da quando era piccola, i suoi genitori l’hanno aiutata a comprenderne l’importanza e la bellezza: “Sono stati loro che, da sempre, mi hanno trasmesso l’amore e la passione per lo sport, un elemento fondamentale nella mia vita”.
Ma è stata anche allenata ad una cultura sportiva in cui si rafforzano quei valori che diventano fondamentali nella vita di tutti i giorni come il sacrificio, la lealtà, il coraggio, l’autostima, la fiducia in sé stessi e negli altri: “Non sento che la mia carriera di sportiva mi abbia richiesto alcuna rinuncia; l’unica soddisfazione, l’unica cosa che per me conta davvero, è giocare. Giocare, non mi interessa altro perché senza sport non vivo”.
Con Alessia Mazzaro, sua compagna durante l’esperienza ai Mondiali del 2015, ha creato “Noi Siamo Noi”, un brand di sportswear, nato dal motto delle ragazze della Nazionale U-18, che rappresenta un invito a credere nelle proprie scelte e a ricercare la propria originalità.
La cultura sportiva di cui è profondamente intrisa Vittoria contribuisce a creare non solo un notevole livello di autocoscienza ma anche di coscienza collettiva. Infatti da “Noi Siamo Noi” è nata una onlus che destina parte dei ricavi ad attività di beneficienza. “Ci sono molte cause che mi interesserebbe sostenere, come la lotta contro il cancro e i diritti dei disabili, ma in generale penso che tutte le cause vadano sostenute perché tutti hanno bisogno di aiuto”.
E viene da ripensare a quello che Vittoria sottolinea sul sito di “Noi Siamo Noi” : “una generazione si distingue dalle altre per i valori che crea, per il futuro che costruisce, per le idee che rappresenta”.