Condannato a 9 anni per stupro, adesso emergono anche le motivazioni che hanno portato alla condanna di Robinho: “disprezzo per la vittima”
Un storia davvero brutta che ha come protagonista (in negativo) Robinho. Il brasiliano, infatti, è stato accusato e condannato a 9 anni per stupro di gruppo avvenuto all’interno di un locale milanese nei confronti di una ragazza albanese, all’epoca dei fatti (2013) 22enne. La Gazzetta dello Sport riporta alcuni stralci delle motivazioni che hanno portato i giudici a condannare Robinho, all’epoca dei fatti calciatore del Milan, ecco quanto si legge:
“Si deve dare rilievo particolarmente negativo ai toni e alle espressioni utilizzate nel commentare gli eventi, nel descrivere la ragazza con epiteti umilianti e termini spesso crudi e sprezzanti, segni inequivocabili di spregiudicatezza e quindi di consapevolezza di una futura impunità; tale consapevolezza ha indotto gli imputati persino a ridere più volte dell’accaduto, evidenziando così un assoluto dispregio per la condizione della vittima, esposta a ripetute umiliazioni, oltre che ad atti di violenza sessuale mediante abusi particolarmente invasivi, e con un’assoluta sopraffazione fisica della vittima”.