La sincerità di Casey Stoner: dai problemi Yamaha al livello della MotoGp… invariato! Mentre sul futuro di Rossi…
La stagione 2018 di MotoGp si avvicina sempre più: il 18 marzo, in Qatar, si apriranno ufficialmente le danze. Intanto i piloti si preparano all’esordio tra allenamenti in palestra, sulle moto da cross, sulle piste di flat track e nelle sessioni di test invernali. Dopo Sepang infatti i campioni delle due ruote si sposteranno in Thailandia, sul circuito di Buriram, inserito nel calendario del Mondiale proprio dal 2018. La Yamaha lavora per cercare di risolvere i problemi che hanno perseguitato i piloti durante la stagione 2017, la Ducati cerca di migliorarsi dopo le strepitose prestazioni dello scorso anno, mentre la Honda deve dare a Marquez sensazioni positive e fiducia per potersi ripetere. Intervistato dai microfoni di Motorsport.com, Casey Stoner ha raccontato le sue sensazioni partendo proprio dal team di Iwata e le difficoltà di Vinales e Rossi:
“E’ molto difficile da capire. Guardando dall’esterno, è impossibile dirlo. Maverick ha iniziato l’anno con molta fiducia, dopo essere stato veloce nel pre-campionato. Ma è molto facile perdere la fiducia e la direzione dopo un paio di cadute. E’ ancora giovane e non ha molta esperienza in MotoGP. Possono cercare molte scuse sulla moto, ma penso che non sia cambiata così tanto nell’arco della stagione e quando i piloti di Tech 3 hanno usato lo stesso telaio, non hanno riscontrato gli stessi problemi. A mio parere, sì, è una questione di piloti. Ci sono sempre dei pro e dei contro, ma passare dall’essere straordinariamente competitivi e i migliori a lottare per la top 10… C’è qualcosa in più del pacchetto secondo me“.
Stoner ammette poi di non aver visto una netta crescita del livello della MotoGp:
“Tutti dicono da anni che il livello continua a salire, ma per me, essere capace di tornare quattro anni dopo il ritiro e fare dei tempi simili ai migliori...Significa che non io non vedo tutta questa crescita. Penso che siano i trend a cambiare: quando focalizzarsi sulle linee, quando sulla guida e quando sul personaggio. Io correvo contro Dovizioso, Lorenzo e Pedrosa e sono ancora lì a vincere delle gare e a lottare per il titolo. E’ sempre una questione di adattarsi: stile di guida, molto, elettronica… Io sono ancora in grado di fare gli stessi tempi con meno rischi, quindi penso che ci sia il modo di essere veloci senza rischiare troppo. Come ho detto, ci sono piloti in grado di vincere senza spingere come Marquez. Marc ha il suo stile ed è incredibile. Il modo in cui riesce a sentire quando sta per perdere l’anteriore e a riprenderlo è qualcosa che non ho mai visto in questo campionato. Senza dubbio, questa è la sua forza. Tutti hanno punti di forza, o le moto le hanno. Ci sono pro e contro per tutto. Rischiare è una cosa molto buona, ma se riesci a trovare il modo di fare le stesse cose con meno rischi è molto meglio”.
Non poteva mancare poi un commento sul suo attuale ruolo e il suo futuro:
“Continuerò a farlo fino a quando smetterò di divertirmi a guidare, quindi dovrò vedere in futuro quando succederà. Ma finché riesci a goderti il piacere della guida, poi da parte mia mi piace lavorare più a stretto contatto con gli ingegneri. A volte è difficile ottenere i risultati che vorresti, ma io cerco sempre di spingere anche in questo ruolo: Jorge e Dovi sono i miei piloti, quindi devo fare di tutto per aiutarli ad essere più competitivi. Più hanno successo e più mi sento orgoglioso per averli aiutati a riuscirci. Quando correvo, ho sempre apprezzato il nostro collaudatore e ora so quanto lavorava duramente”.
Infine su Valentino Rossi, che ancora a 38 anni sfida i giovani piloti e lotta per conquistare il titolo Mondiale ah concluso:
“Ognuno è fatto a modo suo. Mick Doohan, per esempio, ha iniziato a vincere dei titoli molto tardi ed ha continuato a farlo anche nella metà dei trenta. Le persone che fanno le gare di Iron Man, che sono tra le più in forma al mondo, solitamente danno il meglio tra i 35 ed i 40 anni. Dire che c’è una fascia d’età per fare certe cose è stupido. Se Valentino ama ancora correre ed è competitivo, non c’è motivo per cui debba ritirarsi. E’ ancora una delle opzioni migliori per un team factory e porta un grande valore al campionato“.