Ennesima prova da dimenticare per i nerazzurri, pianto Inter al Ferraris: il Genoa passeggia sui cadaveri nerazzurri. Da Suning a Spalletti e Ausilio: i retroscena del tutto contro tutti della rovina
C’era una volta l’Inter e nemmeno poi così tanto tempo fa: una squadra quella nerazzurra, che pur giocando sempre o quasi male, riusciva portare a casa risultati importanti tanto da stare nelle zone altissime della classifica per i primi sei mesi della stagione. L’inizio della disfatta. Perché evidentemente quei risultati ‘gonfiati’ hanno illuso molti: da Suning, che ha chiuso a doppia mandata il cordone degli investimenti, a Piero Ausilio che – a precisa domanda – continua a ripetere come una cantilena stonata che “questa rosa è difficile da migliorare”, fino a Luciano Spalletti, uno che ancora non si riesce a capire da che parte stia: in privato si lamenta del non mercato, in pubblico prova a difendere l’indifendibile per poi, ormai sempre più spesso, lanciare frecciate contro la proprietà. Evitando di citare le ammissioni roventi fuori dai ristoranti. Un tutto contro tutti che ha portato alla disfatta nerazzurra, che al Ferraris ha scritto l’ennesima pagina nera(azzurra): il Genoa ha passeggiato sul cadavere di un’Inter ormai stordita, condannata da Pandev (uno degli eroi del triplete del 2010, clicca qui per il VIDEO) e priva di ogni logica. E non si punti il dito contro Ranocchia per lo sfortunato autogol (clicca qui per il VIDEO), né su Eder o Candreva, Gagliardini e così via: il ‘male’ di questa Inter è ben altro. E siede molto in alto.