Il 14 febbraio 2004 si spegneva il più grande ciclista italiano di tutti i tempi: Marco Pantani
Il 14 febbraio, giorno di San Valentino, è una data che gli amanti del ciclismo non vogliono ricordare. Infatti 14 anni fa Marco Pantani, probabilmente il corridore più forte di tutti i tempi, è stato ritrovato morto nel residence ‘Le Rose’ di Rimini. Nessuno conosce cosa sia successo realmente in quella maledetta stanza (D5, ndr): le indagini hanno verificato che l’ex ciclista abbia assunto una dose letale di cocaina. La famiglia, i tifosi e tutto il mondo delle due ruote (genuino) hanno sempre rifiutato questa ipotesi. L’incubo del ‘Pirata’ è iniziato il 5 giugno 1999 a Madonna di Campiglio, penultima tappa del Giro d’Italia, quando è stato fermato dai medici dell’UCI. Il tasso di globuli rossi presenti nel sangue di Marco Pantani è risultato più elevato del normale e questo ha indotto i dottori della Federazione a fermare l’ex ciclista della Mercatone Uno, lanciato verso la vittoria della maglia rosa. La sostanza che lo staff dell’UCI avrebbe ipotizzato fosse presente nel sangue del ciclista è l’EPO, farmaco utilizzato per alterare le prestazioni sportive nel mondo delle due ruote, molto ‘in voga’ in quegli anni. Una ferita che ancora il ciclismo non ha risanato e probabilmente mai lo farà. La morte di Marco Pantani resterà un dolore eterno sia per i familiari, sia per i tifosi che non hanno mai creduto nell’ipotesi che il Pirata avesse fatto uso di doping.
Da quel maledetto 14 febbraio, la vita di Marco Pantani è stata calpestata da quel vergognoso appellativo: DOPATO. Una parola che distrugge la credibilità sportiva e non solo. In molti si ostinano a ricordare il Pirata solo per questa torbida vicenda, mentre il mondo del ciclismo (quello puro) lo ha osannato per le imprese compiute in tutta la sua carriera: indimenticabili le vittorie del Giro d’Italia e del Tour de France con la Mercatone Uno nel 1998 (ultimo ciclista a realizzare la doppietta Giro-Tour). Il circuito italiano per ricordare Marco Pantani ha introdotto all’interno della Ciclismo Cup il Memorial Pantani. Una corsa che la FCI ha voluto ad ogni costo rendere nazionale per far conoscere alle giovani leve le straordinarie imprese del ‘Pirata’. Manuel Senni, corridore della Bardiani CSF, ha spesso ricordato le gesta del Pirata (l’azzurro abitava a pochi chilometri dall’ex ciclista della Mercatone Uno). Oltre il mondo del ciclismo, anche quello della musica ha voluto ricordare le gesta e la maestosità di Marco Pantani: Gli Stadio hanno scritto la splendida “E mi alzo sui pedali”, mentre Claudio Lolli ha dedicato una vera poesia per il Pirata della quale vi proponiamo il testo:
Le rose che attendevano Pantani…
Ma piene di spine e sole di dolore…
Dal podio del mondo alle ferite mani…
Dite la vera storia del campione…
E di un sistema drogato che fa esami…
E come di questo vincere si muore…
Se vivere non basta più al domani…
E come tocca correre poi a folle…
Estinguere quel male che più impari…
Altro non fu l’ebbrezza che malore,
L’occhio di morte, la fine dell’eroe
Come il Pirata ciclista, l’autore
Assassinato, di SCRITTI CORSARI…
Scesi dal galeone, come cani…
Matati dal deserto delle folle…
Marco, vola sulla bici leggera…
L’ultima tappa è quella ch’è più vera…
Tu te ne vai dal falso di quest’era…
Marco, vola sulla bici leggera….
O gente del deserto, offri una rosa…
Ma piangerà anche i sassi… una cosa pietosa…
Spettacolo d’Italia, amore e orrore…
E’ tutta un’onda in pianto la Riviera…
Nel Paese dei Balocchi è notte nera…
Una bici da corsa, rovesciata
E con le ruote che girano per aria
Ma si sente, fin da qui, il fiato del mare
Nella risacca roca è un pedalare
Il papavero rosso del campione
Un fiore nel sole, poesia del corridore
La nobiltà della strada e del sudore
E Marco, vola sulla bici leggera…
L’ultima tappa è quella ch’è più vera…
Tu te ne vai dal falso di quest’era…
Marco, vola sulla bici leggera…