Clamoroso Buffon: “Juventus, se mi vuoi non mi ritiro. Io futuro Ct, ma non dell’Italia”

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Il portiere della Juventus Buffon svela il desiderio di continuare a giocare: “incontrerò Agnelli e se lo vorrà non mi ritirerò. Da ‘grande’ sarò CT, ma non dell’Italia”

LaPresse/Massimo Paolone

Parole destinate a far rumore e che aprono un nuovo scenario. Perché Gigi Buffon potrebbe anche non ritirarsi a fine stagione come invece da lui stesso più volte dichiarato. Il portiere della Juventus giura ancora una volta amore ai bianconeri (“o con loro o niente”) e poi svela che da grande è attratto dal ruolo di commissario tecnico, ma non della Nazionale italiana. Ecco le parole di Buffon alla Stampa:

“Ritiro a fine anno? Incontrerò presto il presidente Andrea Agnelli e ne parleremo. Voglio il bene della squadra, capire che tipo di vestito posso indossare, se la Juventus pensa che io possa essere ancora importante. Mi piacerebbe, ma la soluzione migliore va trovata con la società. Dobbiamo costruire assieme, se possibile, un percorso logico e condiviso. Certo è che non voglio diventare un problema né per la Juve né per i miei compagni. Se Agnelli mi dicesse di no andrei in un altro posto? No, o la Juventus o nulla”. Alternanza con Szcsesny? Ho sempre dato spazio agli altri. Sono contento per Tek. È un grande portiere e se dovessimo vincere il campionato gran parte del merito sarà suo. Come suo sarà il futuro”.”

“Faccio ancora fare da fenomeno”

“Non voglio passare per un vecchiaccio che mente persino a sé stesso per aggrapparsi con le unghie e i denti al suo monumento e alla pagnotta. In questa stagione ho fatto un’imperfezione contro l’Atalanta e un errore su punizione con la Spagna. Ho giocato partite da fenomeno, altre normali, altre ancora magari modeste, eppure la Fifa mi ha premiato come il miglior portiere del 2017. Mi sento come mi sentivo sei, sette anni fa. È la risposta vera. Se non la convinco chieda un giudizio ai miei allenatori, loro mi valutano in campo ogni giorno

“Futuro CT, ma non dell’Italia”

Ancora non ci ho pensato. Qualche giorno fa ho chiesto consiglio a Lippi. Ci siamo sentiti al telefono. Prenditi un anno sabbatico, mi ha detto Marcello, guarda il mondo del calcio dall’esterno e con un po’ di distacco, cerca di capire che cosa ti interessa veramente. Glielo ripeto: non cerco un porto sicuro, meglio avere addosso un po’ d’ansia. Ho sempre convissuto con la paura, invecchiando ho imparato a tenerla a bada, sono diventato più umile. Dopo, mi rimetterò a lavorare. Tutto qui. Io allenatore? Se succederà non sarò l’allenatore di un club. Ecco, un incarico da ct non mi dispiacerebbe. È un impegno stimolante, con una responsabilità istituzionale e educativa. Rappresenti un paese intero. Unisci, non dividi. Se la mia è una candidatura alla panchina dell’Italia? “No. Ho detto che mi piacerebbe fare il ct di nazionali, non degli azzurri”.

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