Spalletti, non firmare il suicidio: questa Inter è da scudetto. La ‘provocazione’ Santon come segnale della svolta

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Decisa, rabbiosa e finalmente convincente contro la Roma: Spalletti, non firmi il suicidio. Questa Inter può davvero ambire allo Scudetto

LaPresse/AS Roma/Fabio Rossi

Una storia ormai nota che sembrava riproporsi anche questo gennaio: prima parte di stagione positiva, poi il crollo. Disfattismo nerazzurro dilagante, che il clamoroso errore di Santon che ha spianato la strada alla rete del vantaggio di El Shaarawy non ha fatto altro che alimentare. Ma l’Inter vista questa sera a San Siro è stata una squadra diversa rispetto alle ultime opache prestazioni: reazione immediata allo svantaggio, poi un secondo tempo di rabbia, idee e convinzione. Solo un immenso Alisson ha bloccato la furia nerazzurra. Che ha trovato il suo sfogo, parziale, con la rete di Vecino: 1-1 finale e adesso la palla passa a… Spalletti.

Perché la stagione nerazzurra è nelle mani del suo allenatore. L’Inter ha bisogno di acquisti ‘veri’, gente già pronta: non Lisandro, né tantomeno Rafinha, giocatore eccezionale che però non gioca una partita dallo scorso aprile. Spalletti la smetta di esaltare il lavoro della società e chieda rinforzi reali: la presenza dal primo minuto di un disastroso Santon profuma tanto di ‘provocazione’, che Suning dovrà raccogliere e alla quale è chiamato a rispondere. Perché l’Inter vista in campo questa sera può ambire anche allo Scudetto: toccherà alla proprietà, con acquisti mirati, alimentare i sogni nerazzurri vivi più che mai dopo il pari di San Siro.

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