Gattuso: “Milan, sarò il tuo Conte. Allegri era senza regole, ora è cambiato. Ancelotti è stato un padre”

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L’allenatore del Milan Gattuso si racconta: dal no al Kazakistan, al modello Conte, passando per il rapporto con Ancelotti fino ad Allegri

Esultanza Milan
LaPresse/Spada

40 anni di Rino Gattuso. Calciatore che ha vinto tutto, allenatore a cui è stato affidato il compito di far ripartire il Milan. Il ‘suo’ Milan. Impresa difficile, che lui ha accettato con lo stesso spirito con il quale correva in campo da calciatore. Nel corso di una lunga intervista rilasciata a Premium Sport, l’allenatore del Milan affronta diversi temi iniziando proprio dal suo compleanno:

“Non so dove festeggerò perché in casa comandano le donne, decideranno mia moglie e i bambini. Intanto contro il Crotone la squadra mi ha fatto un bel regalo ma la strada è ancora lunga, ora si godano questa settimana di riposo: è un gruppo che lavora bene e mi dà tanto, speriamo non perdano questa caratteristica”.

Il no alla Nazionale del Kazakistan

“Nel 2016 avevo firmato un precontratto con la nazionale del Kazakistan ma nelle precedenti esperienze a Creta e Sion la mia famiglia non si era trovata bene, quindi ho portato Monica ad Astana, ha provato le temperature rigide e ho capito che era meglio fare un passo indietro. Decisione giusta? Sicuramente sbaglia lei meno di me, io non sono un calcolatore”.

Su Ancelotti, Allegri e Conte

“Ancelotti per me non è stato solo un allenatore ma anche fratello, amico e papà: è stato tutto. Nei momenti di debolezza ci appoggiavamo a vicenda, tuttora abbiamo un rapporto incredibile. Cosa invidio ad Allegri? Cosa gli invidio? Si fa scivolare tutto addosso, può perdere anche 15 giocatori per infortunio ma non si piange addosso e gestisce il gruppo in modo incredibile. Oggi è completamente diverso, me lo ricordo da giocatore perché era il mio capitano al Perugia e pensava solo a se stesso, non aveva regole. Da tecnico è molto credibile. Mi piace tanto vedere come gioca il Napoli di Sarri e, per come prepara la partita e vede il calcio, mi rivedo un po’ in Conte anche se a me ovviamente manca ancora tanto per raggiungere certi livelli. Sogno di restare al Milan. Da parte mia c’è grande rispetto, farò di tutto per continuare ma non voglio essere un peso per il club, anzi: sono l’ultimo problema”.

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