Roberto Reverberi, team Manager della Bardiani CSF, lancia la squadra e promuove i ragazzi #greenteam
Quali sono i programmi per questa nuova stagione?
“Inizieremo in Francia all’Etoile de Bessèges e poi subito correremo in Colombia, mentre in Italia saremo presenti al Trofeo Laigueglia. Per quanto riguarda le altre corse gareggeremo all’Abu Dhabi Tour e in Malesia”.
Sei soddisfatto dell’organico?
Che ruolo avrà Manuel Senni?
“Diciamo che il suo obiettivo sarà il Giro d’Italia dove penso che potrà ben figurare. Però già dai primi appuntamenti come il Larciano, Coppi-Bartali e Trentino già dovrà dimostrare il suo valore. Se le cose andranno come pensiamo lui avrà grande spazio al Giro per una bella vittoria di tappa”.
Ancora una volta la Bardiani CSF parteciperà al Giro d’Italia con soli corridori azzurri. Perché le altre squadre non utilizzano le questa filosofia?
“Diciamo che questa scelta è nata da qualche anno in accordo con la Colnago e subito si è avviato questo progetto. La nostra politica è quella di trovare giovani talenti e lo facciamo da ben 36 anni. Abbiamo provato questo progetto #greenteam e ci sta pagando molto. Quando ragazzi al primo o al secondo anno si distinguono e poi vanno a finire nel WorldTour è un motivo di orgoglio, oppure quando riusciamo a tenere testa a squadre un pochino superiori a noi sono sempre felice. Cerchiamo sempre giovani migliori under 23 per lanciarli nel ciclismo mondiale”.
Tra i tanti talenti che avete scoperto, a quale sei più legato?
Cosa ne pensi del caso Froome?
“Io penso che debba pagare, se no si crea un precedente che rischia di minare la credibilità del ciclismo. Ci sono tantissimi controlli e nessuno deve essere esente o immune da provvedimenti. I colleghi sono d’accordo su una sanzione per Froome perché non si possono fare figli e figliastri. In passato corridori come Ulissi e Petacchi hanno pagato. Lui ha esagerato con questo prodotto e spero che in tempi brevi si risolva il tutto. Devono fermarlo in fretta se no si rischia di falsare le gare”.
Nel 2017 la squadra ha subito due casi doping prima del Giro d’Italia: Ruffoni e Pirazzi. Questi due corridori li avete allontanati e licenziati. Secondo te, il Team Sky dovrebbe fare la stessa cosa o dato che si tratta di Froome non si farà nulla?
“Se fosse stato un corridore di seconda fascia sarebbe stato allontanato, licenziato e squalificato. Ci sono interessi maggiori perché Froome ha molta fama e la squadra fa fatica ad attuare questa scelta ed è comprensibile, ma se ha sbagliato… Non è colpa del team, perché nessuno rischia per i corridori. Queste sono scelte che fanno loro e tante volte diventa difficile fare un controllo totale. I ciclisti si allenano da soli ed è molto complicato sapere cosa prendono e cosa no. Noi facciamo controlli a sorpresa a casa, ma per la squadra è davvero impossibile essere sempre presenti. Quando è successo a noi ci hanno detto: ‘eh non controllate’, non è vero perché noi lo facciamo, ma non per 365 giorni l’anno. Noi cerchiamo di fare il possibile, ma fare un controllo totale è davvero difficile. Qualcuno ci casca e a pagare sono le squadre e i ragazzi che compongono il roster. Qualcuno ci ha detto che non avremmo dovuto correre il Giro, ma i ragazzi non hanno alcuna colpa e punirli non sarebbe stato giusto”.