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Ciclismo – Roberto Reverberi lancia la Bardiani CSF per la stagione 2018: ecco le sue parole ai microfoni di SportFair

SportFair

Roberto Reverberi, team Manager della Bardiani CSF, lancia la squadra e promuove i ragazzi #greenteam

La Bardiani CSF è pronta ad esordire in questa lunga stagione ciclistica. La squadra italiana anche quest’anno sarà al Giro d’Italia (il #greenteam è stato invitato da RCS Sport tramite wild-card) e nelle principali corse della categoria Professional. La squadra si è rafforzata molto in questa stagione ingaggiando corridori di spicco come Manuel Senni e Andrea Guardini. Saranno loro i corridori che proveranno a vincere e avranno il compito di aiutare anche i giovani della squadra a diventare big (Senni porterà tutta l’esperienza accumulata alla BMC). Roberto Reverberi, team Manager della Bardiani CSF, ai microfoni di SportFair ha parlato dei programmi della squadra e dell’organico 2018 e soprattutto ha analizzato nel dettaglio il caso doping che ha coinvolto il ciclista del Team Sky, Chris Froome.

Quali sono i programmi per questa nuova stagione?

“Inizieremo in Francia all’Etoile de Bessèges e poi subito correremo in Colombia, mentre in Italia saremo presenti al Trofeo Laigueglia. Per quanto riguarda le altre corse gareggeremo all’Abu Dhabi Tour e in Malesia”.

Sei soddisfatto dell’organico?

“Direi proprio di si. Abbiamo rafforzato la squadra con gli arrivi di Guardini e Senni che daranno qualcosa in più alla squadra. I ragazzi stanno tutti bene e si stanno preparando seriamente per partire col piede giusto, non come l’anno scorso”.

Che ruolo avrà Manuel Senni?

“Diciamo che il suo obiettivo sarà il Giro d’Italia dove penso che potrà ben figurare. Però già dai primi appuntamenti come il Larciano, Coppi-Bartali e Trentino già dovrà dimostrare il suo valore. Se le cose andranno come pensiamo lui avrà grande spazio al Giro per una bella vittoria di tappa”.

Ancora una volta la Bardiani CSF parteciperà al Giro d’Italia con soli corridori azzurri. Perché le altre squadre non utilizzano le questa filosofia?

Credits: Bardiani CSF

“Diciamo che questa scelta è nata da qualche anno in accordo con la Colnago e subito si è avviato questo progetto. La nostra politica è quella di trovare giovani talenti e lo facciamo da ben 36 anni. Abbiamo provato questo progetto #greenteam e ci sta pagando molto. Quando ragazzi al primo o al secondo anno si distinguono e poi vanno a  finire nel WorldTour è un motivo di orgoglio, oppure quando riusciamo a tenere testa a squadre un pochino superiori a noi sono sempre felice. Cerchiamo sempre giovani migliori under 23 per lanciarli nel ciclismo mondiale”.

Tra i tanti talenti che avete scoperto, a quale sei più legato?

“Beh, c’è ne sono stati diversi. Petacchi è quello storico, mentre Pozzovivo, Brambilla, Colbrelli, Modolo, Canola quelli moderni. Ne abbiamo trovati tanti in questi anni! Petacchi è quello che ha fatto più di tutti, mentre Modolo è stato subito vincente. Ma davvero ne abbiamo lanciati tanti e molti anno fatto strada!”.

Cosa ne pensi del caso Froome?

“Io penso che debba pagare, se no si crea un precedente che rischia di minare la credibilità del ciclismo. Ci sono tantissimi controlli e nessuno deve essere esente o immune da provvedimenti. I colleghi sono d’accordo su una sanzione per Froome perché non si possono fare figli e figliastri. In passato corridori come Ulissi e Petacchi hanno pagato. Lui ha esagerato con questo prodotto e spero che in tempi brevi si risolva il tutto. Devono fermarlo in fretta se no si rischia di falsare le gare”. 

Nel 2017 la squadra ha subito due casi doping prima del Giro d’Italia: Ruffoni e Pirazzi. Questi due corridori li avete allontanati e licenziati. Secondo te, il Team Sky dovrebbe fare la stessa cosa o dato che si tratta di Froome non si farà nulla?

Credits: instagram Bardiani CSF

“Se fosse stato un corridore di seconda fascia sarebbe stato allontanato, licenziato e squalificato. Ci sono interessi maggiori perché Froome ha molta fama e la squadra fa fatica ad attuare questa scelta ed è comprensibile, ma se ha sbagliato… Non è colpa del team, perché nessuno rischia per i corridori. Queste sono scelte che fanno loro e tante volte diventa difficile fare un controllo totale. I ciclisti si allenano da soli ed è molto complicato sapere cosa prendono e cosa no. Noi facciamo controlli a sorpresa a casa, ma per la squadra è davvero impossibile essere sempre presenti. Quando è successo a noi ci hanno detto: ‘eh non controllate’, non è vero perché noi lo facciamo, ma non per 365 giorni l’anno. Noi cerchiamo di fare il possibile, ma fare un controllo totale è davvero difficile. Qualcuno ci casca e a pagare sono le squadre e i ragazzi che compongono il roster. Qualcuno ci ha detto che non avremmo dovuto correre il Giro, ma i ragazzi non hanno alcuna colpa e punirli non sarebbe stato giusto”.

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