Marek Hamsik si racconta: dal 2017 (quasi) perfetto al 2018 che potrebbe essere “l’anno giusto”. Poi la rivelazione su Sarri e il suo futuro
Il tempo dei complimenti è finito, ora c’è il tempo della raccolta. Marek Hamsik e il Napoli la parola scudetto, per scaramanzia, non la pronunciano ma quale sia l’obiettivo è chiaro a tutti. “Ormai siamo insieme da tre anni, in tre anni la squadra ha cambiato pochissimo, il modo di giocare non è cambiato e questo ci permette di crescere ogni settimana, ogni mese, c’è la consapevolezza che stiamo migliorando sempre, si vede, ed è arrivato il momento di raccogliere i frutti: siamo sulla buona strada e speriamo di rimanerci fino a maggio”, l’auspicio a Sky Sport del centrocampista slovacco, a cui non interessa il titolo di campione d’inverno che arriverebbe già venerdì in caso di successo a Crotone (“non siamo in Argentina dove c’e’ Clausura e Apertura, non danno una coppa, conta essere primi a maggio”) e guarda con interesse alle prossime gare: “Siamo ancora in quattro in lotta ma speriamo che presto la classifica si allunghi ancora di più e vedremo chi resterà a combattere fino alla fine. Le prossime due giornate saranno importanti, abbiamo un calendario favorevole e dobbiamo sfruttarlo al massimo”.
Il Napoli, del resto, può ancora crescere. “Ci sono sempre delle cose da imparare ma per il momento è fondamentale non sbagliare partite come la prossima col Crotone, una gara insidiosa: tutti penseranno che sarà facile ma non lo sarò, dovremo giocare il nostro calcio e portare a casa la vittoria”. Perchè il 2017 “è stato l’anno in cui siamo stati la squadra che ha fatto più punti di tutti ma non siamo riusciti a portare a casa nemmeno un trofeo, è mancato solo quello altrimenti sarebbe stato da 10“. E allora l’auspicio per il 2018 può essere solo uno: “speriamo sia l’anno giusto, vorrei farmi un tatuaggio nuovo a fine maggio, vedremo”.
Per vincere lo scudetto serve giocare bene ed essere concreti, servono i gol di Mertens (“ci sono passato anch’io ma sta facendo assist a volontà dandoci ugualmente una grossa mano, il gol arriverà presto, magari già venerdì”) e serve soprattutto la guida di Maurizio Sarri: “è un malato di calcio, vive di calcio 24 ore su 24, ne è innamorato, è la sua passione e la trasmette anche a noi”, conferma Hamsik, a cui non dispiace giocare a Natale (“dopo la sosta è sempre dura ripartire”) e che spera di rivedere presto i video dei cori che il San Paolo gli ha dedicato per il gol numero 116 in maglia azzurra.
“Come mi fanno sentire questi tifosi nessun altro, c’è qualcosa fra di noi difficile da spiegare, è una piazza calda, che vive di calcio – continua – Il record? Essere il miglior bomber nella storia di una società è una cosa bellissima e sono contento di esserci riuscito a Napoli. Anche Maradona mi ha mandato un messaggio, lo ringrazio, ho qualcosa in mente per lui ma non posso dirlo“. E per quanto riguarda il futuro, “ogni tanto ci penso ma oggi penso ancora da calciatore e voglio godermi ancora questi anni. Dopo che avrò smesso, vorrei non fare niente e viaggiare un paio d’anni per poi dedicarmi alla scuola calcio nella mia città”. (ITALPRESS).