Le maglie #8 e #24 sul tetto dello Staples Center, Kobe Bryant è leggenda: i Lakers celebrano il mito del Black Mamba

SportFair

Ieri notte, allo Staples Center di Los Angeles sono state ritirate le maglie #8 e #24, indossate da Kobe Bryant nel corso della sua carriera ai Lakers

Emozioni forti e qualche lacrima, ieri notte allo Staples Center di Los Angeles l’atmosfera è stata da brividi, come non accadeva da tempo. Esattamente da quando Kobe Bryant giocava, faceva impazzire i fan dei Lakers e si metteva alle dita un anello dopo l’altro (ben 5 vinti in carriera, 2000, 2001, 2002, 2009, 2010). Nella notte di ieri i Los Angeles Lakers hanno celebrato il mito del ‘Black Mamba’, ritirando le maglie n°8 e n°24, le due mitiche divise utilizzate da Bryant nel corso della sua carriera in giallo-viola. Maglie che da ieri notte sono appese al tetto dello Staples Center al fianco dei più grandi giocatori che hanno vestito la casacca dei Lakers. Nell’intervallo della sfida contro i Warriors, è avvenuta la cerimonia, presentata da Magic Johnson che ha introdotto Kobe come “il più grande giocatore che abbia mai vestito la maglia Lakers”. La parola è poi passata a Jeanie Buss che, trattenendo le lacrime, ha dichiarato:

“presi singolarmente sia il giocatore che ha vestito la numero otto che quello che ha vestito la numero ventiquattro entrerebbero nella hall of fame, hai dato tutto per i Lakers e sei stato sempre fedele a questi colori”.

LaPresse/Reuters

Davanti al pubblico dei Lakers, grandi ex stelle del basket del calibro di Shaq, Iverson, Pierce, Bill Russel, Kareem Abdul-Jabbar e tanti altri, ma soprattutto di fronte alla moglie Vanessa, le due figlie sorridenti e la piccola Bianka (addormentata nel passeggino), Kobe ha pronunciato uno splendido disorso:

“le maglie che vedevo appese ogni volta entrando in campo hanno avuto grande impatto su di me, erano ispirazione pura, spero che anche le mie avranno lo stesso effetto per i grandi campioni che giocheranno qui in futuro.Tanta gente era preoccupata da cosa sarebbe stata la mia vita dopo il basket, mi davano consigli, mi dicevano cosa avrei dovuto fare. Sto bene, mi alzo alle 5 ogni mattina, mi alleno, faccio colazione con mia moglie, porto i bambini a scuola, li vado a prendere, vado in ufficio. Mi godo la famiglia e vedo crescere i miei figli. La numero otto ha rappresentato la mia crescita, la ventiquattro è stata una sfida ogni sera, gioia e sofferenza. Scelgo la seconda perché è stato più difficile raggiungere gli obbiettivi. Lonzo, Ingram e Kuzma devono guardare dentro se stessi ogni giorno e pensare come migliorare, allenarsi duramente, non dare niente per scontato. Fra qualche anno potranno voltarsi e capire cosa hanno lasciato di buono come è successo a me. Jerry Buss e Jerry West hanno creduto tanti anni fa in questo ragazzo pelle e ossa da Lower Marion hs, ho sempre amato i Lakers, questa è una città speciale con dei tifosi speciali. Ogni mattina, quando mi allenavo all’alba con il buio fuori, le motivazioni e le aspettative che la gente aveva mi portavano a migliorare. Oggi provo a trasmettere questi valori ai miei figli. Ero un bambino che aveva un sogno e lo ha realizzato”.

Condividi