Lorenzo “Trastevere73” Daretti, vincitore del primo MotoGp eSport Championship, parla ai microfoni di SportFair di esport, Olimpiadi e di progetti futuri
Lorenzo “Trastevere73” Daretti è il primo campione del mondo del MotoGp eSport Championship, un diciottenne romano con la passione per i motori che ha scelto il numero 58 per la sua moto virtuale, in onore di Marco Simoncelli. Nell’intervista rilasciata ai microfoni di SportFair racconta un po’ della sua vita dopo il torneo e i suoi progetti futuri.
Lorenzo, come è cambiata la tua vita dopo la vittoria?
Non avevo mai vissuto una situazione del genere. Dopo la vittoria, mi hanno chiamato alcuni team, sponsor, ho rilasciato molte interviste. È stata un’esperienza bellissima. La prima cosa che ho fatto dopo la vittoria è stata cambiare l’assetto della mia camera per renderela un posto dove vivere e giocare meglio. Per il resto niente, sono in quinta liceo, l’ultimo anno di scientifico quindi devo studiare. Sto studiando in modo da finire quest’ultimo anno per poi dedicarmi a quello che mi piace di più. Questo successo mi è piaciuto tantissimo!
Quali sono i tuoi piani per il futuro? Andare all’università, iniziare a lavorare, o proseguire questa carriera nell’esport?
Il mio pensiero prima di questa vittoria e anche adesso è studiare fisioterapia, magari anche sportiva essendo stato io stesso uno sportivo in passato. Naturalmente mi si possono aprire porte nel settore dell’esport. Non conosco molto bene questo mondo, è il primo anno che ho effettivamente sentito parlare di esport. Sto pensando se tenerlo in considerazione o giocarci come hobby, dato che ho questa fortuna di essere così veloce! Ogni anno tenterò di difendere o conquistare nuovamente il titolo. Sinceramente devo ancora capire bene come funziona il mondo dell’esport. Per adesso, mi dedico a finire quest’anno scolastico.
Fin da piccolo ho sempre giocato ai videogame di MotoGp, e ai giochi di motori in generale. All’età di cinque anni mio padre mi comprò il mio primo videogioco che era Moto Gp e mi piacque così tanto da comprarmi poi tutti i giochi di MotoGp precedenti. Giocando online, confrontandomi con altri giocatori, sapevo di essere veloce. Quando comprai il MotoGo 17 lessi di questo torneo e m’informai. Mi son detto: “perché no? Proviamo”. Mi piace molto la competizione, l’agonismo: è un modo per relazionarmi con il mondo. Così ci ho provato e, con tutte quelle challenge iniziali, non è stato facile, però beh, come abbiamo visto è andata nel migliore dei modi! Quello che mi ha spinto è stata la voglia di relazionarmi con tutti gli altri piloti, l’agonismo più totale, roba che purtroppo non posso fare nella realtà, andando in moto solo per hobby, in quanto è molto costoso come sport competitivo.
Quali sono i tuoi videogiochi preferiti?
Sono un’amante della grafica: per fare un esempio, mi piacciono molto i giochi d’avventura con una bella grafica come The Last of Us, Uncharted e Tomb Raider. Poi naturalmente mi piacciono i videogiochi sui motori. È una passione che mi ha trasmesso mio padre. Genere preferito tra avventura e motori? Motori tutta la vita!
Ti stai interessando ai vari tornei esportivi? O per adesso sei concentrato esclusivamente sullo studio?
Sì per adesso mi sto concentrando principalmente sullo studio. Il fatto è che io non sono quello che si può definire “nerd”, alla fine gioco al massimo tre ore al giorno, a volte non gioco neanche. A livello di esport, non penso di affrontrare altri giochi anche se mi era venuta l’idea di provare Gran Turismo, il cui torneo era però parallelo a quello della MotoGp. Sono non completamente ma abbastanza sicuro che anche con le macchine me la caverei bene, però praticare tutte e due è difficile perché sono due modi di correre diversi. Secondo me è meglio concentrasi solo su uno e ho scelto la MotoGp. Per ora sto bene così! Sicuramente l’anno prossimo parteciperò nuovamente al torneo di MotoGp.
Il settore degli esport sta crescendo in maniera sempre più esponenziale, in particolare all’estero mentre in Italia siamo ancora un po’ indietro. Ho letto che vogliono fare queste Olimpiadi. Secondo me ci sono dei punti in comune tra realtà e virtuale, quindi non è sbagliatissima come cosa. Con i videogiochi, chiunque può avvicinarsi allo sport, che nella realtà è invece molto costoso da praticare. Tuttavia io preferisco la realtà al virtuale, lo sport vero e proprio è quello fisico mentre con lo sport virtuale devi solo stare seduto davanti a una TV. Ci sono comunque alcuni fattori che rendono l’esport impegnativo: la concentrazione è importante, deve essere altissima, e conta anche l’alimentazione. È normale che se ti metti a giocare dopo un bel piatto di pasta, la concentrazione si abbassa! Il mondo si evolve e dobbiamo evolverci con lui, con la tecnologia. Uno sport virtuale che corre parallelo a quello reale? Perché no!