“Maradona è fissato con me”, Icardi spegne il ‘Pibe’ e svela: “non siamo primi per caso. Io al Real? Dico che…”

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Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Mauro Icardi ha parlato del momento dell’Inter e dei suoi obiettivi futuri, con una divagazione anche sul mercato

LaPresse/Spada

Una stagione da favola, un avvio scintillante che sta facendo sognare un ambiente che, fino alla scorsa stagione, stentava a trovare il bandolo della matassa. L’Inter ringrazia Mauro Icardi e, soprattutto, Luciano Spalletti, veri uomini in più di una squadra riuscita a mettere tutti in fila in questi primi mesi di campionato. Un gruppo forte e coeso raccontato dall’attaccante argentino ai microfoni della Gazzetta dello Sport, un’intervista lunga e curiosa che parte con la smentita alle voci che lo vorrebbero vicino al Real Madrid:

“Sono sciocchezze! E se mi presentassero un contratto in bianco? Ho già risposto più volte, non è il momento di fare certi discorsi, e non sono poi io a gestire queste cose. Non è però ancora arrivato nessuno. Sia chiaro, io sto bene a Milano, lo sanno tutti. Amo la città, gioco, faccio tanti gol e sono il capitano di un grandissimo club: sono cose importanti per me. Alle questioni di mercato devono pensarci gli altri, a me interessa il campo, devo pensare solo a fare il mio dovere, cioè segnare e aiutare la squadra. C’è Wanda che parla con la società. La clausola l’ha messa l’Inter, non so se è bassa o alta. E le mie intenzioni, ripeto, sono chiare: voglio vincere qualcosa con questa maglia. In futuro, quando arriverà eventualmente il momento di offerte o altro, dovranno tutti andare a parlare con l’Inter, con Piero e col presidente, e lì si vedrà. Io a Milano sto bene. Ausilio dice che faremo tantissimi rinnovi? Ne abbiamo già fatti tanti in effetti. Ne arriveranno altri. A Piero piace trattare con Wanda, è un amore odio fra di loro”.

Spalletti
LaPresse/Alessandro Tocco

Un ambiente rivoluzionato dall’arrivo di Spalletti, una squadra rivoltata come un calzino e condotta fino al primo posto. Sono tanti i meriti dell’allenatore ex Roma, lo sottolinea lo stesso Mauro Icardi:

“E’ cambiato l’ambiente attorno alla squadra, in tutti i sensi. E gran parte del merito va a mister Spalletti e al suo feeling coi dirigenti. Il mister ha una personalità molto forte, sa trasmetterti subito ciò che lui vuole e ritiene giusto. Ha aiutato moltissimo lo spogliatoio, è entrato nelle nostre teste, ha cambiato già parecchie cose in questo breve periodo. Sul campo quasi tutti gli allenatori lavorano bene. Spalletti è sicuramente un grande in questo senso, ma la differenza è soprattutto fuori dal campo, per questo parlavo di ambiente diverso, di clima migliore. L’anno scorso siamo andati in ritiro con Mancini, poi è arrivato De Boer a pochi giorni dall’inizio del campionato, quindi via De Boer ed ecco Pioli. Oggi invece è tutto più chiaro attorno alla squadra, e questo ha dato tranquillità alle varie componenti, tutti sono messi nelle condizioni di lavorare nel miglior modo possibile. Si è visto fin dal ritiro estivo… Secondo me quando le cose fuori dallo spogliatoio non sono chiare si crea sempre un po’ di confusione, e questa confusione si sposta poi dappertutto. Si è avvertita forte l’anno scorso fra giocatori, staff e dirigenti. Insomma, non raccogli certo dei premi quando non si risolvono in partenza determinati problemi”.

LaPresse/Gerardo Cafaro

Adesso all’orizzonte c’è la sfida contro la Juventus, una partita che profuma di scudetto ma a cui Mauro Icardi non vuole attribuire un’importanza eccessiva:

“La sfida con la Juventus deve dare continuità a ciò che abbiamo dimostrato finora. Non siamo primi per caso, ma dobbiamo vivere questa serata come una tappa di un lungo giro. In palio ci sono sempre tre punti, non dimentichiamolo mai. Poi, certo, conosciamo il significato di una sfida simile, bisogna però affrontarla con intelligenza, senza perdere di vista i nostri obiettivi. Il nostro scudetto è entrare in Champions, questo ci ha chiesto la società e non dobbiamo fallire. I tifosi sognano lo scudetto? E’ giusto che loro vivano un simile sogno, noi però abbiamo il dovere di essere concreti e di tenere i piedi per terra. Portiamo a casa il traguardo Champions, poi se a tre­-quattro giornate dalla fine saremo ancora là davanti, allora inizieremo a pensare a cose ancora più grandi. Con Mancini girammo primi alla fine del girone d’andata, eppure chiudemmo male, al quarto posto. Quest’anno c’è la giusta mentalità da parte di tutti. Noi siamo calmi, concreti, sicuri. Le polemiche della gara dello scorso anno? Beh, se capita quello che è accaduto l’anno scorso il mister ci taglia la testa… La tensione ci giocò brutti scherzi. Ma oggi sappiamo gestire ogni situazione, ne sono certo. C’è la mentalità giusta per affrontare una gara del genere”.

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Obiettivi importanti e un sogno chiamato scudetto, ma Icardi è impaziente di giocare in Champions League, è quella competizione che gli manca per essere il top al mondo:

“Se in questa prima parte di stagione si è visto il miglior Icardi di sempre? No, il meglio deve ancora venire. La mia media gol impressionante? L’anno scorso ho fatto 24 gol e non abbiamo raccolto niente. Certo, voglio fare tantissime reti, ma solo se utili a riportare l’Inter dove deve stare, in Champions per intenderci. Per essere un top player di livello Mondiale mi manca l’Europa. Per essere al top devo giocare a certi livelli. La Serie A è un grande campionato, però giocare la Champions è un ulteriore step fondamentale, necessario. Modello? In ogni modo il mio idolo è sempre stato Batistuta, poi a Barcellona mi piaceva tantissimo Eto’o. Maradona? È stato un mito in campo, ma non so che rispondergli. Non lo conosco come uomo, conosco suo figlio e so varie cose, ma non parlo di chi non frequento personalmente. Maradona ha la fissa con me… Cavoli suoi. Lassù la novità siamo noi in questi ultimi anni, l’intrusa è l’Inter in un certo senso. Juve, Napoli e Roma dominano da vari campionati, in particolare la Juventus vince da sei anni consecutivi. Noi ci stiamo comunque bene in gruppo, stiamo costruendo qualcosa di importante, siamo vicini a quei livelli e dobbiamo proseguire su questa strada, senza fare proclami, ma convinti di aver appunto intrapreso la strada giusta”.

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