F1, Arrivabene stuzzica i suoi piloti: “Vettel sbaglia quand’è sotto pressione. Raikkonen? Se fosse un fermo…”

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Intervistato da Motorsport.com, Maurizio Arrivabene ha parlato della questione piloti e del futuro della Formula 1

LaPresse/Photo4

L’anno appena trascorso ha regalato gioie e delusioni alla Ferrari, permettendole di lottare per il titolo fino a pochissime gare dal termine della stagione. Un risultato che, tuttavia, non ha soddisfatto i vertici del Cavallino, decisi a fare ancora meglio nel 2018. Intervistato da Motorsport.com, Maurizio Arrivabene ha parlato di vari temi, partendo dalla questione… Raikkonen:

“In realtà avevamo scelto all’inizio dell’anno che ci fosse più esposizione da parte dei piloti, nel senso che sono loro gli attori. Raikkonen? Si deve essere molto bravi ad interpretare i suoi silenzi. Detto questo, credo che Kimi sia un ottimo pilota: non avrebbe fatto la pole a Monte Carlo se fosse un fermo. Quando passi a così pochi millimetri dai muretti non fai la pole se non sei un ottimo pilota. E, comunque, ci tengo a dire che non c’era alcun ‘silenzio’, parlava chi doveva parlare. Nei test di Barcellona, lo avevamo capito subito che la macchina era molto buona. L’unico dubbio era legato a come si sarebbe presentata la Mercedes in Australia, perché non eravamo convinti che avessero portato tutti gli sviluppi nei test e che, invece, fossero rimasti nascosti. In Australia però c’è stato un confronto vero e c’è stata la certezza che la monoposto era buona”.

La trasferta asiatica ha giocato un ruolo fondamentale nella corsa al titolo, Arrivabene però è convinto che siano stati anche altri i momenti clou:

“Si è parlato molto del momento difficile nella trasferta asiatica, ma anche Baku ha avuto un’influenza importante in termini negativi. Superato quell’ostacolo siamo andati bene fino all’Ungheria. È lì che abbiamo avuto la certezza di poter lottare per vincere il Mondiale: se ricordate, Sebastian ha portato in fondo la macchina con il volante inclinato di 30 gradi, ma la squadra ha lavorato con una freddezza incredibile, inoltre c’è stato il compagno di squadra che lo ha difeso dagli attacchi di Hamilton. All’Hungaroring è stato chiaro come la squadra fosse cresciuta, coesa e cosciente dei propri mezzi. Iotti? La cosa che mi stupisce è che quando ci sono dei cambiamenti in squadra partono sempre dei titoloni incredibili perché non c’è l’abitudine a considerarci un’azienda. E’ importante perché la Ferrari è un’azienda che ha abbastanza risorse e personale per garantirsi dei cambiamenti interni: ci sono persone che fanno macchine GT molto bene e che possono venire a lavorare nel Reparto Corse. Mi stupisce quando vedo i titoloni, perché ci sono le risorse per andare avanti da soli”.

La questione piloti rappresenta un argomento serio su cui Arrivabene non ha nessuna voglia di scherzare, a partire dalla questione Raikkonen:

“Non scherziamo, stiamo parlando di una faccenda seria. I piloti sono legati da contratti e si rispettano, a meno che non ci siano episodi tali da arrivare ad abbracciarsi e dirsi addio poi. Detto questo, Sebastian è un pilota emozionale: lo vedo come un grandissimo giocatore che fa dei falli di reazione quando è costantemente sotto pressione. A volte gli scappano i cavalli dalla stalla. Anzi i Cavallini… Battute a parte: Sebastian è un grande campione. Non si vincono 4 titoli del mondo così per caso. Ne ha vinti 4 anche Hamilton dopo un certo periodo di tempo, ma si celebra Lewis come se fosse una sorta di Schumacher. Hamilton ha conquistato gli stessi mondiali di Vettel”.

Lo spettacolo continua a latitare, soprattutto sui circuiti di nuova generazione, dove i sorpassi stanno diventando sempre più un’utopia:

“Su questo tema bisognerebbe farsi qualche domanda su come sono stati disegnati i circuiti. Prendete Abu Dhabi e chiedete ai piloti: secondo loro quello di Jas Marina è tra i circuiti più noiosi che esistano. Fin dalle prove del venerdì si capisce che sono circuiti che possono offrire meno spettacolo, a prescindere dal tipo di macchine che vengono portate in pista. Alla fine, i circuiti che hanno regalato più spettacolo quest’anno sono stati quelli storici.  Si potrebbe modificare l’utilizzo del DRS: se non si dovesse aspettare un giro o solo alcune zone prestabilite della pista, potrebbero venire fuori anche il talento e il coraggio del pilota e si aumenterebbe lo spettacolo. Prima di pensare alle grid girl, quindi, ci sono argomenti un po’ più importanti da affrontare”.

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