Il direttore sportivo della Roma Monchi torna sul momento in cui ha dovuto comunicare a Totti la decisione di lasciare il calcio
“Siamo qui per soddisfare i nostri tifosi e il mio obiettivo è realizzare un giorno quello che sognano: vincere. Non dobbiamo avere paura di essere ambiziosi”. Ramon Monchi, ds giallorosso, racconta a “El Mundo” la sua esperienza romana spiegando che da parte sua non c’è la promessa di un particolare trofeo “ma dobbiamo essere in una posizione tale che ogni anno possiamo vincere dei titoli, dobbiamo collocarci in modo costante nell’elite in modo che, quando c’è una possibilità, possiamo sfruttarla“. Il calcio italiano non sta vivendo un bel momento ma la mancata qualificazione ai Mondiali “deve servire per riflettere e crescere. Credo comunque che ad oggi i club godano di ottima salute, sia a livello di competitività interna che internazionale. In Europa League Lazio, Milan e Atalanta non stanno sbagliando niente mentre in Champions siamo tutte e tre in corsa per gli ottavi. Siamo l’unico Paese che può fare sei su sei dopo la fase a gironi”.
Monchi ha cercato di “romanizzare un po’ di più la Roma, tutto è migliorabile ma sono contento. Dico sempre che in estate si fa il mercato e i frutti si raccolgono il 30 giugno anche se nel calcio siamo sottoposti a una dittatura che è quella dei risultati“. Poi un aneddoto su quando ha comunicato a Totti che sarebbe stato meglio per lui ritirarsi: “immagino che non sia stata la miglior notizia della sua vita ma credo che almeno abbia apprezzato il fatto che gliel’ho detto guardandolo negli occhi, sicuramente è stato importante per gettare le basi di un rapporto umano e professionale molto buono fra noi due. A me però tremavano le gambe, non lo stavo dicendo a uno qualsiasi ma a Francesco Totti“. (ITALPRESS).