Quattro indiziati e un’unica scelta che metterebbe d’accordo tutti: ecco perché la ricostruzione dell’Italia deve essere affidata a Carlo Ancelotti
Non ha certo bisogno di sponsorizzazioni, Carlo Ancelotti. Ma, purtroppo, visto la classe dirigenziale che da anni occupa le poltrone della FIGC – e che tutto il popolo italiano si augura prenda coscienza del disastro compiuto dimettendosi, Tavecchio in testa – così tranquilli sinceramente non siamo. Il ministro Lotti ha parlato di calcio italiano da rifondare, Malagò ha invitato Tavecchio a fare un passo indietro, Ventura lo ha già fatto e si attende solo che lo comunichi ufficialmente (clicca qui per il VIDEO). Poi sarà rivoluzione. Che dovrà poggiare intorno a un punto fermo: Carlo Ancelotti. Nel momento più difficile della storia calcistica azzurra, la Nazionale ha la ‘fortuna’ di poter affidare la ricostruzione ad uno degli allenatori più bravi che ci siano sul pianeta e che – per una assurda combinazione – è attualmente libero dopo l’esonero di inizio stagione al Bayern Monaco.
In passato Ancelotti ha più volte ammesso di essere tentato dal guidare una Nazionale: un assist che chiunque siederà sulla poltrona più alla della FIGC (speriamo non ancora Tavecchio in quanto ci auguriamo che presto rassegni le dimissioni) non può non cogliere. Ancelotti ha la giusta esperienza internazionale, ha carisma, leadership ed è sempre stato un maestro nella gestione dello spogliatoio, vero punto debole di Ventura. Senza dimenticare l’aspetto tattico: Ancelotti adatta da sempre i moduli in base ai giocatori che ha a disposizione, senza sistemi di gioco prefissati (4-2-4, do you remember?). Ancelotti ma non solo, oltre all’ex allenatore del Milan in Federazione valutano anche altre profili: da Allegri a Mancini, fino alla pazza idea di uno Spalletti part time (clicca qui). Tutti profili di altissimo livello, ma il nome che metterebbe proprio d’accordo tutti è quello di Ancelotti: la ricostruzione azzurra deve essere affidata a lui.