Le novità sui motori che entreranno a far parte dal 2021 spaventano Mercedes e Ferrari, i due top team rischiano di perdere tutto il vantaggio accumulato in questi anni sulla concorrenza
Riunione proficua e costruttiva quella andata in scena ieri tra la Federazione internazionale dell’automobile e i rappresentanti dei costruttori, i quali hanno stilato le linee guida per i motori che verranno montati sulle monoposto di Formula 1 a partire dal 2021.
Un accordo, quello tra FIA e FOM, basato su tre punti cardine fondamentali, cioè l’abbassamento dei costi, la conservazione della tecnologia ibrida e, infine, l’aumento dei decibel del motore. L’architettura del motore termico manterrà anche oltre il 2020 i 6 cilindri da 1,6 litri; le power unit saranno sovralimentati da un solo turbo; il regime di rotazione salirà di 3.000 mila giri, giusto per migliorare il sound; addio alla MGU-H, ovvero a uno dei due motori «alternativi», fondato sul recupero dell’energia dai gas di scarico; la MGU-K, ovvero il recupero dell’energia cinetica in frenata, sarà potenziata ma in modo da esaltare l’autonomia del pilota.
Novità che soddisfano la Red Bull: “è stata fatta la scelta giusta — le parole di Helmut Marko — a noi di Red Bull interessava una semplificazione dei motori ed è ciò che è contenuto nel piano . Questo, inoltre, permetterà a diversi costruttori di avvicinarsi alla F.1 e di poter realizzare prodotti competitivi“. Dalla Ferrari non arrivano commenti in merito, mentre la Mercedes fa sapere il proprio punto di vista mediante Toto Wolff: “non è la nostra visione. Superficialmente sembra che si continuerà con i motori di oggi in realtà lo sviluppo sarà diverso, incidendo sui costi. Ma siamo all’inizio della discussione, vedremo nei prossimi mesi come si evolverà la vicenda”.
Una contrarietà, quella mostrata da Wolff e solo pensata dalla Ferrari, legata al fatto che l’abolizione della MGU-H inciderebbe sull’incremento delle prestazioni, che anzi sarebbero limitate, eliminando un elemento dove i due to team possiedono un grande vantaggio sulla concorrenza. E’ proprio questo risvolto a preoccupare Mercedes e Ferrari che, nei prossimi anni, potrebbero veder scomparire quel gap che, finora, li ha resi i team più vincenti.