Maurizio Arrivabene commenta il difficile Gp di Suzuka, svelando il significato dell’abbraccio con Vettel dopo il ritiro
La perfezione di Lewis Hamilton e quella della Mercedes, l’inaffidabilità della Ferrari e la rabbia di Vettel. Sono questi gli ingredienti principali del Gp di Suzuka, dove va in scena l’ennesimo show del driver britannico che sfrutta il ritiro dell’avversario arrivato dopo tre giri e si prende una vittoria pesantissima.
I punti di vantaggio su Vettel diventano adesso ben 59, un divario che appare quasi incolmabile quando mancano ormai quattro gare alla conclusione del Mondiale. Sconsolato Maurizio Arrivabene che, ai microfoni di Sky Sport F1, svela quanto accaduto al pilota tedesco: “le giornate non complicate devo ancora vederle – sottolinea il team principal della Ferrari – il problema è stato identificato. Una candela che si è rotta insieme alla bobina. L’abbraccio? Ci conosciamo bene con Seb, quell’abbraccio voleva dire che questa gara è andata così ma non molliamo. La macchina è buona al di là dei componenti che ci hanno lasciato a piedi, andremo avanti fino alla fine. La squadra è giovane, la macchina c’è quindi c’è da stringere i denti e andare avanti. I punti sono molti però bisogna anche essere umili e riconoscere che sono mancate delle cose a noi e alla Mercedes no. Le ultime due gare ci hanno penalizzato, si sono rotti dei componenti che nulla avevano a che fare con il nostro progetto. Si riparte voltando pagina e facendo delle analisi su quanto successo, tornando ad Austin convinti di giocarcela“.