Davide Rebellin racconta a SportFair la passione per il ciclismo e lo definisce lo sport più pulito del mondo
Dopo una lunga carriera, come riesci ancora a trovare a 46 anni la voglia di lottare per una vittoria?
“Trovo ancora la voglia di lottare per la vittoria perché ho ancora la passione di gareggiare, provo ancora dopo una lunga giornata di allenamento la profonda soddisfazione di essere migliorato e mi alzo ogni mattina con un cuore colmo di entusiasmo all’idea di risalire sulla mia bici, sudare con gioia, e progredire”.
Tra le tante vittorie della tua carriera, a quale sei più legato?
Come ti prepari per le corse? Hai un tuo metodo particolare?
“Mi preparo più o meno come vent’anni fa, con lavori specifici e curando sopratutto l’esplosività, la forza, curando ancora meglio il recupero. Oltre a questo alleno anche i miei pensieri visualizzando la gara, ma sopratutto provando di risentire il più di fiducia gioia e gratitudine possibile per l opportunità di fare questa gara, e se i miei pensieri fiduciosi e allegri si allontanano, faccio esercizi di respirazione e provo di ritrovarli e rincentrarli al più presto sulla gioia, e di solito tornano presto”.
Un ciclista come prepara le classiche?
Quali sono le differenze di allenamento tra una corsa di un giorno e una di tre settimane?
“Normalmente allenandosi per la gara di un giorno si simulano uscite lunghe di 6-7 ore con lavori specifici e del dietro moto. Mentre per le gare a tappe è importante la continuità del lavoro con periodi di carico e scarico, ideale anche se prima si trascorre un periodo in altitudine”.
In carriera hai affrontato tantissimi campioni. Quale è stato l’avversario più forte che hai incontrato sulla tua strada?
“L’avversario più forte penso sia stato Valverde, un corridore che tuttora ammiro moltissimo, ma ho incontrato diverse generazioni di campioni e avversari molto forti come Jalabert, Bettini, Bartoli, Nibali“.
Quali sono i tuoi programmi per il futuro?
“Per il futuro vedrò se correre ancora il prossimo anno, la voglia motivazione, la forza e la gioia per farlo è ancora tanta, ma vedremo le condizioni del team dove sarò e spero tanto ritornare a fare sopratutto le classiche dove ho ottenuto i miei migliori risultati”.
Cosa ne pensi della Nazionale Italiana allenata da Davide Cassani e del risultato ai Mondiali di Bergen?
“Per essere sincero non ho seguito molto la nazionale quest’anno, e quando c’era il mondiale ero in Indonesia con 7 ore in avanti e stavo dormendo. Quindi senza avere visto la gara è impossibile commentare con credibilità… ovviamente ho visto che Sagan ha vinto e questo risultato non mi ha sorpreso. Avevo sentito un intervista di lui prima della gara dove si sentiva che era rilassato, tranquillo e che ci andava prima di tutto con l’obiettivo di divertirsi…. avevo capito da li che sarebbe stato lui il vincitore“.
Peter Sagan è un corridore fortissimo: il primo ad aver conquistato tre mondiali consecutivi. Cosa pensi di lui?
“Sagan è un corridore fortissimo fisicamente e di testa. Voglio dire che è il perfetto esempio che se si fa questo lavoro con una sincera fiducia nelle proprie immense capacità, con una profonda determinazione a farlo sapere al mondo rimanendo tranquillo, sorridente e con la voglia prima di tutto di divertirsi, i risultati possono essere solo grandi”.
Di recente hai vinto la prima tappa e la classifica generale del Tour de Banywangi Ijen. Quali sono state le sensazioni dopo questo trionfo?
“È stata una forte emozione di allegria, oltre ad un profondo sentimento di gratitudine per la passione che continua a darmi bellissime emozioni, per la mia salute, per la mia energia traboccante di determinazione ed entusiasmo, per i tifosi stupendi che mi trasmettono tanto amore incoraggiamenti e i loro desideri di continuare a vedermi gareggiare ancora”.
Come è cambiato il ciclismo in questi anni? E’ vero che oggi l’utilizzo di sostanze dopanti è meno diffuso rispetto al passato, e quindi questo sport è più pulito?
Cosa pensi di Vincenzo Nibali e di Chris Froome, che di recente hanno dato vita ad un duello spettacolare alla Vuelta? Sono i due grandi campioni in attività più vincenti per le corse a tappe, eppure molto diversi per modo di correre. Quale ti appassiona di più?
“Nibali e Froome sono due corridori di grande valore, di qualità e con un potenziale enorme, provo rispetto e ammirazione per tutti e due. Incontro spesso Froome durante le nostre uscite di allenamento, abita anche lui a Monaco, ed è sempre molto gentile, sorridente, centrato sul suo lavoro (come me) ma comunque aperto al saluto e si sente che ci rispettiamo molto a vicenda senza conoscerci più di tanto. Mentre per il modo di correre mi appassiona di più Nibali, un corridore completo che sa vincere anche le gare di un giorno”.