Sharapova anima fragile, nell’autobiografia il ricordo dell’adolescenza lontana dalla madre: ”quanta sofferenza, ecco cosa mi è successo in quei momenti”

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Nell’autobiografia di Maria Sharapova, ‘Unstoppable: my life so far’, la tennista russa ha svelato un particolare molto importante della sua adolescenza, che l’ha resa forte e dura di carattere

L’autobiografia presentata da Maria Sharapova nel corso di questa settimana ha rivelato dettagli interessanti sulla vita della tennista. Particolarmente degno di nota il periodo dell’adolescenza nel quale Masha ha ‘deciso’ di diventare una tennista. Com’è noto, quando la Sharapova era poco più che una ragazzina si è trasferita in America con il padre, per prendere parte all’accademia di Nick Bollettieri. Per i primi due anni però, Masha restò sola con il padre, in quanto alla madre non fu permesso di trasferirsi negli USA per problemi burocratici.

Maria soffrì molto la lontananza dalla madre con la quale poteva parlare pochissimo, poichè le telefonate all’epoca costavano parecchio. Ero sola? Triste? Non lo so. Questa era la mia vita, la mia unica vita scrive SharapovaMia mamma mi chiedeva soltanto come stavo e diceva che mi amava. Non ricordo molto le conversazioni, ma ricordo le lettere. Le scrivevo ogni giorno. ‘Ti amo, ti amo, ti amo’“.

Quando finalmente la madre di Masha potè raggiungerla negli USA fu uno dei momenti più belli che la Sharapova ricordi, stando a quanto dichiara nella sua autobiografia. Da questa vinceda la russa ha però imparato ad essere forte caratterialmente e mentalmente, caratteristica che la ha aiutata durante la sua carriera. Si trattò probabilmente del periodo più bello della mia vita. Non realizzi quanto ti sia mancata una persona fino a quando non è lì di nuovo con te. Quegli anni mi hanno resa tosta – ha però sottolineato Masha -. Spiegano il mio carattere, lo stile del mio gioco, la mia persona in campo e il motivo per cui sono difficile da battere. Se non hai una mamma con cui piangere, non piangi. Stai lì sapendo che prima o poi le cose cambieranno, che il dolore passerà. Più di ogni altra cosa, ciò ha definito la mia carriera. Non bestemmio né lancio racchette. Non minaccio i giudici di linea e so che dovrò sudarmi ogni punto di ogni game. Non ti regalerò niente“.

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