E’ più pesante del previsto il bollettino medico di Vincenzo Nibali dopo la caduta rimediata Sabato pomeriggio durante la discesa dell’Alto del Cordal, nella penultima tappa della Vuelta di Spagna: dopo un esame radiologico effettuato ieri in Italia, Nibali ha scoperto di avere due costole incrinate. Adesso deve riassorbire il trauma e dovrà stare almeno una settimana a riposo assoluto, poi riprenderà gli allenamenti per la fine della stagione. Nonostante una caduta così pesante, sull’Angliru Nibali aveva resistito in modo straordinario, arrivando comunque sesto sul traguardo (scortato da uno straordinario Pellizotti) e difendendo senza alcun rischio il secondo posto del podio, il suo decimo in carriera in un grande giro.
Nibali, quindi, non parteciperà al mondiale di Bergen: poco male, non è un percorso adatto a lui e ci chiediamo che tipo di utilità avrebbe potuto avere un corridore dalle sue caratteristiche per la Nazionale italiana, che punterà su Elia Viviani in caso di arrivo in volata, o su Matteo Trentin se la corsa si farà più dura. E ci sono anche Colbrelli, Ulissi, Moscon…
Nibali, invece, preparerà il Lombardia (si corre il 7 Ottobre): vuole bissare il successo del 2015 ed è ben consapevole del fatto che il “suo” Mondiale, durissimo per il percorso, sarà quello del 2018 in Austria. Ha già pianificato la prossima stagione per arrivare al top della forma in autunno, con l’obiettivo di indossare la maglia iridata.
Intanto Chris Froome nel post-Vuelta ha raccontato la caduta dello Squalo: “era davanti a me, perchè Contador e Pantano hanno iniziato a spingere in discesa e Nibali ha provato ad andare con loro, ma è scivolato ed è finito praticamente sotto il guardrail. La sua caduta mi ha scosso un po’, la strada era molto scivolosa e non mi sono preso rischi, anche per la posizione in classifica che avevo. Mi sono detto che era meglio perdere una trentina di secondi“. Ma Nibali non voleva accontentarsi del secondo posto e sapeva che il treno giusto da seguire era quello di Contador, per mettere Froome in difficoltà nell’ultima salita della Vuelta. Era l’ultima occasione, non poteva lasciarsela scappare. E’ andata male, ma il bicchiere è mezzo pieno perché un altro dopo una batosta del genere si sarebbe ritirato. Nibali invece è tornato in bici, ha rimontato sul gruppo, ha provato lo stesso nel finale con Pellizotti a fare un’andatura dura per capire se Froome potesse avere difficoltà, e alla fine ha difeso senza correre rischi il secondo prezioso posto sul podio di Madrid. Con due costole incrinate, tanto dolore e una bici sgangherata. L’ennesima impresa dello Squalo.
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