Paolo Bettini, due campione del Mondo, analizza la prestazione dell’Italia ai Mondiali di Bergen
Paolo Bettini conosce bene il mondo delle due ruote sia da ciclista che da allenatore dell’Italia. L’ex corridore infatti ha vinto due mondiali con la maglia azzurra e allenato per qualche stagione. Ai Mondiali di Bergen, l’Italia con Matteo Trentin è giunta dietro Peter Sagan, Alexander Kristoff e Michael Matthews. Paolo Bettini sui social ha analizzato la prestazione degli azzurri a Bergen: “mi voglio prendere la libertà di fare alcune riflessioni sul Mondiale appena archiviato. Riflessioni non critiche o se volete chiamarle tali che siano costruttive. Vince Peter Sagan e su questo che dire se non che ci troviamo di fronte ad un fenomeno, e non occorre certo il mio parere, sono i suoi risultati che parlano per lui. Però. Si, però io non riesco più a comprendere come un gruppo intero. Squadre Nazionali super quotate ma perché no pure la nostra ITALIA che quest’anno ha avuto la possibilità di schierare un bel Gruppo non riescono per tre anni consecutivi ad organizzarsi per tentare di mettere in seria difficoltà lui il Peter Sagan che tutti sanno essere praticamente imbattibile se lo porti li alla volata”.
“Lui che corre senza squadra e riesce puntualmente a sfruttare il lavoro di tutti senza che nessuno si preoccupi di metterlo veramente in difficoltà. E’ sicuramente vero che i tracciati degli ultimi tre Campionati del Mondo erano adatti a lui. Ma a me hanno sempre insegnato che alla fine la corsa va come vogliono i corridori indipendentemente dal percorso. Richmond impeccabile primo titolo da fuoriclasse. Doha lo hanno portato in rettilineo di arrivo senza preoccuparsi del fatto che se ne è stato per 100km a ruota. Bergen mai visto. Sempre a ruota. Nessuno che si è preoccupato di stanarlo lui che non ha squadra lui che fa sempre da solo. Lui che batte sempre tutti in questo tipo di arrivi”.
“Ma perché Nazionali come Belgio, Olanda, Francia, Spagna e soprattutto ITALIA non si muovono per far “casino” in un Mondiale che sanno già di aver perso se arrivano con Lui? Il percorso non lo permette? Non direi dato che con una sola vera azione a momenti Alaphilippe fa saltare tutto. Questo vuol dire che con azioni “certosine” fatte non a 15km dall’arrivo ma 60/70 km prima potevano mettere in seria difficoltà Peter Sagan. Se poi alla fine fosse riuscito in quello che ha fatto non credo ci fosse stato niente da recriminare. Tutti a correre sulle ruote. Tutti ad aspettare una volata già persa in partenza. E anche quando negli ultimissimi km si poteva tentare un colpo di mano possibilissimo si è tirato solo per arrivare in volata. Detto questo, non rimane che fare i più sinceri complimenti ad un corridore che piace cosi tanto a tutto il ciclismo compreso i suoi avversari che è giusto che porti quella maglia…. certi che saprà onorarla e ci farà sicuramente divertire. Complimenti a Peter Sagan!!!!!”