Robert Kubica commenta con soddisfazione la giornata di test affrontata ieri sul circuito di Budapest, sottolineando però di essersi trovato un po’ in difficoltà
Una giornata faticosa ma al tempo stesso gratificante, utile per tornare a sentirsi di nuovo un pilota di Formula 1. Servivano queste emozioni a Robert Kubica che, dall’incidente al Rally di Andora di sei anni fa, non aveva messo più piede su una monoposto di Formula 1, fatta eccezione per i due test organizzati dalla Renault al volante della Lotus E20.
Ieri, il pilota polacco ha entusiasmato, percorrendo più di 140 giri e fornendo ottime indicazioni agli uomini in giallo: “è stata una giornata impegnativa, per me è stato un banco di prova. Sapevo che le monoposto 2017 sono molto più esigenti sul fronte della guida, quindi ero pronto a qualcosa di più difficile rispetto alla vettura 2012 che avevo guidato in precedenza” commenta Kubica ai microfoni di Motorsport.com. “Un minimo di dubbi c’era, ma ho trovato le risposte che cercavo. Non è stato facile, ma è stata una giornata che è stata una lezione di guida e di vita. Rispetto a quanto ho guidato in precedenza non c’è niente di uguale su questa monoposto ad eccezione del volante, anzi, anche il display è cambiato. Sul fronte tecnico è tutto nuovo, ed anche lo stile di guida è richiesto di adattarsi in modo differente. E’ stata una giornata impegnativa sul fronte delle novità, tante cose da scoprire ed imparare“.
Sensazioni strane al mattino, trasformatesi al pomeriggio in qualcosa di positivo: “a mezzogiorno quando mi sono fermato avevo molti dubbi, poi nel pomeriggio nel primo ‘run’ la giornata è cambiata. E’ stato il momento più importante del test, ho capito che i supereroi non esistono, ma che passo dopo passo usando la testa si possono risolvere molte cose. Non ho migliorato la guida, ma ho rivalutato tutte le cose nuove che ho dovuto gestire, dandogli una priorità. Ho analizzato i dati del mattino, e sono partito in modo più naturale, senza forzature. E’ stato un buon pomeriggio, una bella giornata. Ho la sensazione che quando analizzerò tutto con maggiore freddezza mi sembrerà tutto ancora più bello di quanto mi sembri ora“.
Dal punto di vista fisico, invece, la giornata è stata molto dura: “l’Hungaroring è una pista difficile, una delle più esigenti per il fisico. Nico Hulkenberg alla vigilia del test ha detto che se si riesce a guidare qui, probabilmente si può farlo ovunque. È stato un lavoro duro, e credo che la maggior parte dei piloti in pista oggi non hanno avuto vita facile. Alla fine ho percorso più di 140 giri, e sento che potrei guidare anche domani, quindi sono contento. Ci sono aspetti migliorabili, ma quello credo sia normale, è sempre così. Se qualcuno mi avesse detto tre mesi fa che sarei stato in grado di venire su questa pista coprendo 140 giri, non credo che ci avrei creduto. Cosa è mancato? Non sono riuscito a fare la simulazione di qualifica con le gomme ultrasoft a causa delle bandiere rosse finali, peccato.
Dopo una giornata così intensa, Kubica ripercorre poi gli ultimi sei tribolati anni: “negli ultimi 6 anni ho attraversato diversi periodi della mia vita dedicati principalmente ai miei problemi fisici, quindi naturalmente c’era altro nella mia testa, e credo sia comprensibile. La chance che ho avuto oggi mi ha insegnato che tutto può succedere, negli ultimi quattro mesi dono accadute tante cose, ho migliorato molto e sono andato avanti con la preparazione fisica come mai avevo fatto prima. Il pubblico? Bellissimo, non mi aspettavo una cosa del genere. Ci sono tanti appassionati, e probabilmente c’è tanta gente che ci crede. Ho iniziato con una bella cagata (toccando con la gomma posteriore il telaio della saracinesca) ma per il resto mi sono divertito“.